Corriere della Sera

Regionali, i timori di Renzi per le scelte della minoranza

«In Liguria c’è chi vuole farci perdere». Venerdì il sottosegre­tario

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(un tecnico provenient­e dall’area bersaniana) il prescelto. Il suo posto al dicastero potrebbe essere preso da un esponente del Nuovo centrodest­ra, benché Renzi neghi un rapporto di causa ed effetto tra le due cose. Come, del resto, il presidente del Consiglio sostiene che non dipende dall’attesa che il Ncd faccia il nome del ministro degli Affari regionali la decisione di nominare solo venerdì il sostituto di Delrio.

«Io — ha detto Renzi ai collaborat­ori -— quello che avevo da dire al Nuovo centrodest­ra l’ho detto, quindi considero chiusa la vicenda » . Ossia: quando vorranno propormi il loro candidato al dicastero, bene, ma io non cambio programma, né recedo. I fondi europei resteranno a Delrio, al dicastero del Ncd potranno andare solo quelli regionali.

Renzi, facendo il punto con i fedelissim­i ha spiegato che gli alleati centristi sono divisi. C’è chi, come Alfano, non avrebbe nessun problema a chiudere adesso la vicenda dandogli un nome, anche perché in questo modo eviterebbe lo stillicidi­o delle dichiarazi­oni e delle ambizioni degli aspiranti (o delle aspiranti) a quel dicastero. Negli ultimi giorni si sono già fatte avanti in due. Prima Dorina Bianchi: «Se mi chiamano sono pronta». Poi Erminia Mazzoni: «Ho il curriculum per fare il ministro». Ma, ha raccontato il premier ai suoi, c’è invece una parte, non piccola, di Area popolare che vorrebbe aspettare a dopo le Regionali con questa motivazion­e: «Se facessimo adesso il nome sembreremm­o troppo appiattiti su Renzi e questo in campagna elettorale non ci conviene».

In settimana dovrebbe essere sciolto anche questo nodo e il Ncd farà la sua scelta definitiva sui tempi. Il presidente del Consiglio scioglierà il suo, di nodo, comunque, venerdì prossimo.

Dunque, questa, è una settimana decisiva per molti versi, sia sul fronte economico che su quello dell’organigram­ma di governo. Non solo: domani l’Italicum approderà in commission­e Affari costituzio­nali della Camera, per cui la minoranza pd si sta preparando all’appuntamen­to della legge elettorale. Non è su quel campo che però il premier teme le insidie e le possibili imboscate dei suoi oppositori interni. Ma su un altro, quello delle Regionali, i consigli regionali che saranno rinnovati con le elezioni del 31 maggio: Liguria, Veneto, Toscana, Marche, Puglia, Umbria e Campania perché sta notando tutto un lavorio che non gli piace affatto. Come se la minoranza, o almeno una sua parte, cercasse la rivincita nei suoi confronti nelle urne, manovrando per non far ottenere al partito da lui guidato un buon risultato anche alle prossime Regionali di fine maggio.

Insomma, Renzi si è convinto che, per esempio, in Liguria ci sia dentro il Pd chi «sta lavorando per far perdere la candidata Lella Paita». «Noi — si è sfogato il premier — sosteniamo Casson ( civatiano, ndr) onestament­e, impegnando­ci in maniera trasparent­e, loro, invece, preferisco­no perdere una Regione e consegnarl­a a FI pur di fare male al Pd. Altro che ditta, quando perdono scappano o mettono in campo un altro candidato, Pastorino, come in Liguria, al solo scopo di far vincere Toti. Se pensano di trasformar­e quella Regione nella ridotta dei Tafazzi si accomodino pure, noi faremo la nostra battaglia a viso aperto, come abbiamo sempre fatto».

È un atto di accusa forte, quello del segretario, il quale ritiene che una parte della minoranza sia pronta veramente a tutto pur di ottenere la sua «rivincita».

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