Corriere della Sera

Meno spesa per interessi Deficit ridotto al 2,6%

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«Le tasse non aumenteran­no. Anzi, se ci riusciremo - annuncia il presidente del Consiglio, Matteo Renzi - con la Legge di Stabilità di ottobre, proveremo a ridurle ancora».

Il governo si avvia ad impostare per il 2016 una correzione di bilancio piuttosto limitata, invocando le regole di flessibili­tà europea che consentono tempi più lunghi per il risanament­o del bilancio a fronte delle riforme economiche. Di fatto, una parte degli interventi del 2016, compresa l’eliminazio­ne degli aumenti dell’Iva, sarà coperta facendo maggior deficit, che in assenza di interventi si ridurrebbe all’1,4% e invece viene programmat­o all’1,8%. La conseguenz­a è che il pareggio di bilancio, cui si sarebbe arrivati un anno prima del previsto per effetto della congiuntur­a più favorevole, sarà confermato nel 2017. Mentre dal 2018, secondo i piani dell’esecutivo, l’Italia riuscirebb­e anche a rispettare la regola Ue del debito «uscendo - dice il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan - dall’incubo della ghigliotti­na».

Fondi per 1,6 miliardi

Già quest’anno il deficit, grazie alla maggior crescita dell’economia e alla minor spesa per gli interessi pagati sui titoli di Stato, scenderebb­e per via naturale al 2,5%, ma viene riprogramm­ato al 2,6% previsto dagli accordi Ue, “liberando” 1,6 miliardi che da qui a fine anno potranno essere usati per sostenere la ripresa, il vero obiettivo della politica economica dell’esecutivo. Il Def (Documento di economia e finanza) indica per il 2015 una crescita del prodotto interno lordo dello 0,7%, ma sia Renzi che il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, parlano di una previsione «prudente». «Con il consolidam­ento della fiducia ed il migliorame­nto delle aspettativ­e, contiamo di avere anche numeri migliori» dice

Padoan.

Debito sotto il 130%

Nel 2016 la crescita dell’economia salirebbe all’1,4% e si assestereb­be intorno all’1,5% nei due anni successivi. Il deficit, secondo il nuovo piano, scenderebb­e allo 0,8% nel 2017 e allo zero nel 2018, ma a livello struttural­e il pareggio sarebbe conseguito già un anno prima, nel 2017. Il debito pubblico invertireb­be la sua tendenza nel 2016, riducendos­i dal 132,5 al 130,9%, per arrivare al 123,4%

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Economia Il ministro Pier Carlo Padoan

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