Corriere della Sera

Concorrenz­a, la riforma «corretta» non è ancora in Parlamento

- Francesco Di Frischia

Da 47 giorni si sono perse le tracce di un decreto attuativo del Jobs act e del disegno di legge (ddl) sulla concorrenz­a firmato dal ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi: le norme dovevano approdare in Parlamento, ma il viaggio sembra sia stato a dir poco a ostacoli. I provvedime­nti infatti hanno visto la genesi il 20 febbraio. Il Consiglio dei ministri ha dato semaforo verde a due decreti attuativi sulla maternità e sulla riduzione dei contratti precari. Il primo documento, dopo 46 giorni, proprio ieri, è approdato alle Commission­i Lavoro di Camera e Senato, chiamate a esprimere un parere non vincolante. Il secondo testo, invece, sembra incagliato su un problema: per la Ragioneria generale dello Stato sarebbe a rischio la copertura finanziari­a, a causa della riduzione dei contratti precari a favore di quelli a tutele crescenti (nei quali c’è uno sconto di 3 anni di contributi per chi assume). Dall’esecutivo, però, da settimane garantisco­no che «la prossima settimana il decreto arriverà in Parlamento». Ma la promessa viene ripetuta, per ora, invano. Sul disegno di legge Guidi, dopo la firma da parte del presidente Sergio Mattarella il 2 aprile, i ritardi nell’approdo a Montecitor­io e Palazzo Madama, spiegano dal Mise, sono stati causati dal fatto che le 28 pagine del testo dovevano essere affiancate da 5 relazioni tecniche (obbligator­ie per legge), per un totale di 63 pagine: per scriverle c’è voluto un po’ di tempo. La documentaz­ione per stimolare l’economia prevede, tra l’altro, «obiettivi e necessità dell’intervento normativo», un quadro delle leggi nazionali e comunitari­e e «l’incidenza delle norme proposte sui regolament­i vigenti». Stiamo parlando, tra l’altro, dell’«Analisi di impatto della regolament­azione» (Air - 20 pagine), dell’«Analisi tecnico normativa» (Atn - 17) e della Relazione tecnica firmata il 31 marzo dal Ragioniere generale dello Stato, Daniele Franco (6). I notai hanno chiesto e ottenuto una modifica al testo: i cittadini potranno vendere o acquistare immobili (con un valore massimo di 100 mila euro) anche assistiti da avvocati, ma questi ultimi dovranno rispettare le stesse regole vigenti fino a oggi per i notai. Dal Mise promettono: «Nei prossimi giorni il ddl Guidi arriverà alla Camera».

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