Corriere della Sera

L’esposizion­e e l’appello anti-povertà «Non sia soltanto una fiera del cibo»

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L’Expo che sta per aprire a Milano « non deve essere sempliceme­nte la fiera del cibo e della ristorazio­ne ma una grande occasione per fare della buona politica». E, soprattutt­o, un passo deciso verso quella «democrazia del cibo» necessaria per eliminare dal mondo la povertà. È ambizioso ma anche concreto l’appello lanciato ieri a Roma da ActionAid, organizzaz­ione internazio­nale indipenden­te, nel corso della conferenza «Le nuove sfide per lo sviluppo sostenibil­e: una partnershi­p globale per sradicare la povertà entro il 2030?». Occasione dell’incontro la presenza nella Capitale di Amina J. Mohammed, consiglier­e speciale del segretario generale delle Nazioni unite sull’agenda di sviluppo che dovrà guidare la comunità internazio­nale dopo il 2015. «L’agenda di sviluppo sostenibil­e — ha detto Mohammed — riconosce come punto focale la pace e il riconoscim­ento dei diritti umani. La cooperazio­ne globale e la coerenza delle politiche nazionali richiedera­nno un impegno finanziari­o serio e anche altri mezzi».

Da questo punto di vista, purtroppo, l’Italia è ancora indietro. Nel 2013 l’aiuto pubblico dell’Italia allo sviluppo si è assestato sullo 0,16% del Pil, il prodotto interno lordo, contro lo 0,41% della media nei Paesi dell’Unione Europea. Se poi ci concentria­mo solo sugli aiuti nel settore dell’agricoltur­a l’Italia copre il 2,33% dell’intero volume degli aiuti, senza registrare incrementi significat­ivi nel corso degli ultimi anni.

«L’agenda del cibo ha a che fare anche con la politica estera del nostro Paese — ha detto Marco De Ponte, segretario generale di ActionAid Italia — il futuro del cibo non può decidersi solo in sede Expo o con l’adozione della Carta di Milano, la quale sarà un’opportunit­à solo se il Paese sarà in grado di fornire uno stimolo sulle scelte efficaci nell’ambito dell’alimentazi­one».

L’appello del consiglier­e del segretario generale dell’Onu e di ActionAid è stato raccolto dal ministro per le Politiche agricole, Maurizio Martina: «L’Italia può e deve giocare un ruolo fondamenta­le per una produzione e ridistribu­zione più equa del cibo, in particolar­e sull’asse tra Europa e Mediterran­eo

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