«Basta guerra». L’appello di Bova alla (ex) suocera L’attore dopo le polemiche sulla separazione. Bernardini De Pace: «Lui in copertina aggiunge solo dolore»
ex — Victor Sena BloodDzraku. I due, entrambi ghanesi, si sono sposati con rito civile nel 2009 e si erano promessi di celebrare le nozze secondo le tradizioni del Ghana. «Ma poi l’uomo ha cambiato idea — racconta l’avvocato della donna — quindi Ellanora ha deciso di lasciarlo». Per mesi è stato impossibile far avere i documenti per la separazione a Victor Sena. Non ci è riuscito nemmeno un investigatore privato. Da qui la richiesta di utilizzare Facebook — dove l’uomo risultava attivo — per inviargli il materiale. Richiesta accettata dal giudice Cooper. «In questo caso l’uso di Facebook, anche se nuovo e non tradizionale, è quello che si avvicina di più agli standard costituzionali per questo tipo di procedimenti»,
Oggi in San Babila, a Milano, ci saranno i funerali del professor Francesco Giordano, ex marito dell’avvocato Annamaria Bernardini De Pace e padre delle sue due figlie, Francesca e Chiara. Oggi, in tutta Italia, esce anche Vanity Fair. In copertina Raoul Bova, che del professore è stato per tredici anni il genero. Nel titolo l’attore si rivolge però alla (ex) «suocera cara » , chiedendole di mettere fine alla «guerra» che sarebbe scoppiata tra i due dalla fine del suo matrimonio con la figlia, Chiara.
Bova spiega di sentirsi «il bersaglio di una campagna. Il traditore che merita la gogna. scrive Cooper. Che però precisa: «La consegna di persona resta quella da privilegiare».
«Da noi sarebbe un sistema di notifica impossibile», spiega Livia Tomassini, avvocato di Milano ed esperta di Diritto di famiglia. «Per come è strutturato il processo in Italia non è pensabile spedire l’atto via Facebook. Esistono altre forme, previste in modo esplicito dal Codice di procedura civile». «Il nostro sistema è rigido, negli Usa vale il principio per cui è buona qualunque forma di comunicazione che dia la certezza sul raggiungimento del risultato», chiarisce l’avvocato Carlo Rimini, professore all’Università Statale di Milano. Facebook, quindi, «sembra garantire il risultato, visto che c’è pure una notifica quando uno Madre e figlia Annamaria Bernardini de Pace e, sotto, Chiara Giordano legge il messaggio». «C’è anche un problema di privacy — analizza Tomassini —: come faccio a sapere che l’atto l’abbia letto solo l’interessato?».
Enrico Al Mureden, professore all’Università di Bologna e membro del Comitato scientifico della rivista Famiglia e diritto, parla di «decisione stravagante». Però, aggiunge, «ricordiamoci che vent’anni fa ci sembrava stravagante anche l’idea di mandare atti giudiziari attraverso la posta elettronica certificata, cosa che oggi si fa tutti i giorni». Secondo Al Mureden la sentenza ha un merito: «Trova una soluzione originale nei casi in cui la persona non si rintraccia o non si vuole far viva. Facebook diventa una forma nuova di reperibilità». In prospettiva, quindi, «un giorno Finora non avevo mai reagito per non peggiorare le cose, ma ho capito che le peggioro stando zitto. Chi è mosso dal rancore non si ferma, più incassi e più attacca. Devo proteggere i miei figli da questa guerra. Per questo parlo. Per dire: vi prego, basta con questa guerra che fa solo del male».
Non nomina l’ex suocera, ma il riferimento è chiaro. Così come quello alla lettera scritta dalla matrimonialista su Il Giornale lo scorso agosto, dal titolo: «Caro genero degenerato, vai e non tornare». Nell’intervista, Bova sembra non credere alla «finzione letteraria», con cui Bernardini De Pace ha sempre spiegato quell’articolo. Anzi, dice: «Tutta questa situazione fa star male i miei figli, i suoi nipoti. Come deve sentirsi un ragazzino nel leggere che il suo papà è un traditore superficiale, che non si è fatto nessuno scrupolo a scaricare la mamma per una ventenne (il riferimento è alla nuova compagna, Rocío Muñoz Morales )? Le cose non sono andate così, ma lui come fa a capirlo?».
Non è il messaggio che Bernardini De Pace sperava di ricevere in queste ore, date le circostanze. Circostanze di cui — assicura — Bova «era perfettamente a conoscenza», visto che il calvario dell’ex marito, ricoverato La rivista L’attore Raoul Bova, 43 anni, in copertina e la richiesta — via — alla sua ex suocera fino all’ultimo alla casa di cura La Madonnina, durava da settimane. Da allora Chiara Giordano si sarebbe divisa tra Milano e Roma, per non allontanarsi troppo dai suoi figli. E di Raoul Bova, appunto.
«Questa copertina, che proprio non mi spiego, non fa altro che aggiungere dolore al dolore», commenta la matrimonialista, misurando le parole per non ferire la figlia. E riguardo alla richiesta di tregua lanciata da Bova? «Non c’è nessuna guerra. È lui che ha sempre fatto causa a noi. Tra me e mia figlia, quattro».