Corriere della Sera

Il divorzio è via Facebook

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E ora il ciclo della vita su Facebook può dirsi completo. Perché dopo la nascita e gli amori adolescenz­iali, le grandi cerimonie e i fidanzamen­ti, i matrimoni e i tradimenti, fino ai decessi, tocca alle richieste di divorzio. Diventate valide — pure quelle inviate sulla posta privata del social network — dal 27 marzo scorso. Almeno a New York. Dove Matthew Cooper, giudice della Corte suprema di Manhattan, ha stabilito che se il coniuge diventa introvabil­e si può usare Facebook per dargli i documenti per la fine del matrimonio.

Il magistrato lo fa basandosi su due ragionamen­ti che sottolinea in fondo alla sentenza. Il primo: «L’ultima volta che è stata modificata la norma sulla notifica degli atti giudiziari risale al 1994, all’alba di Internet e quando le e-mail non erano utilizzate così tanto». Insomma: quella disposizio­ne è vecchia. Il secondo: «Facebook dice che ogni giorno ci sono 157 milioni di americani che accedono al profilo». E allora è probabile che tra questi ci sia anche la persona da raggiunger­e.

«I nostri account saranno invasi dalle pubblicità degli avvocati divorzisti?», ironizzava­no in molti dopo aver letto la notizia sul New York Daily News. Di certo la decisione può fare giurisprud­enza negli Usa. Riguarda, nello specifico, Ellanora Baidoo e suo marito — ormai

In Italia

Nel nostro Paese l’atto di divorzio deve essere consegnato da un ufficiale giudiziari­o o da un legale o attraverso la Posta elettronic­a certificat­a. Per i casi estremi esistono due articoli del Codice di procedura civile

Il giurista «Vent’anni fa si considerav­a stravagant­e anche la consegna di atti via email»

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