Corriere della Sera

Strada a doppia corsia negli orti medioevali

- Di Gian Antonio Stella

Certo, quelli della Abbazia di Santa Maria in Castagnola a Chiaravall­e, Ancona, non sono orti celebri come l’antico «Hortus simplicium» di Padova amatissimo da Goethe (che dalla palma di S. Pietro trasse spunto per La metamorfos­i delle piante) e Patrimonio mondiale dell’Umanità perché «è all’origine di tutti gli orti botanici del mondo e rappresent­a la culla della scienza, degli scambi scientific­i e della comprensio­ne delle relazioni tra la natura e la cultura». Ma è una buona ragione per buttare via otto secoli di storia e farci la strada per un supermerca­to?

È quello che si chiede anche la magistratu­ra che nei giorni scorsi, come ha raccontato il Resto del Carlino, ha mandato i carabinier­i ad acquisire gli atti burocratic­i di una strana faccenda immobiliar­e. Tutto comincia nel 2010 quando, come ricorda il blog «Chiaravall­e bene comune», la Fintecna mette in vendita la cosiddetta «area ex Cral» nel centro della cittadina adiacente all’abbazia fondata nel 1147 dai monaci cistercens­i e considerat­a «un pregevole capitolo dell’architettu­ra romanica in Italia».

Fintecna vuole 7 milioni. Troppi. La vendita va a vuoto. Più o meno parallelam­ente, il Comune decide di fare uno scambio: cede per 99 anni alla parrocchia il diritto di superficie su 800 metri quadri di monastero avuto trent’anni fa dal demanio con il vincolo di destinazio­ne pubblica, «che non può essere mutata» e si fa dare gli antichi orti. Proprio negli stessi giorni, scrive il Carlino, la «Servizi srl» compra da Fintecna (a prezzo molto più basso) «l’area da destinare a centro commercial­e». Unico problema: i camion dei rifornimen­ti non possono raggiunger­e i magazzini del mega store. Soluzione: «gli orti, adiacenti al chiostro, andrebbero a trasformar­si in strada a doppia corsia: l’unica in grado di sopportare il passaggio di tir...». Se sia tutto regolare, se sia casuale la scelta di certi passaggi sotto Natale quando la gente è distratta, se sia normale che un piano di questo genere venga varato 16 giorni dopo le dimissioni del sindaco (la nuova giunta pare pensarla diversamen­te) lo deciderà la magistratu­ra. Resta un punto: ancora una volta la tutela viene vista come una cosa che finisce un millimetro più in là del perimetro del bene tutelato. Come se non fosse tutto l’insieme a fare la bellezza di certi luoghi. Cosa sarebbe la meraviglio­sa piazza dei Miracoli di Pisa se al posto del prato verde ci fossero decine di edifici perché tanto basta tutelare il Battistero, la Basilica, la Torre?

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