Strada a doppia corsia negli orti medioevali
Certo, quelli della Abbazia di Santa Maria in Castagnola a Chiaravalle, Ancona, non sono orti celebri come l’antico «Hortus simplicium» di Padova amatissimo da Goethe (che dalla palma di S. Pietro trasse spunto per La metamorfosi delle piante) e Patrimonio mondiale dell’Umanità perché «è all’origine di tutti gli orti botanici del mondo e rappresenta la culla della scienza, degli scambi scientifici e della comprensione delle relazioni tra la natura e la cultura». Ma è una buona ragione per buttare via otto secoli di storia e farci la strada per un supermercato?
È quello che si chiede anche la magistratura che nei giorni scorsi, come ha raccontato il Resto del Carlino, ha mandato i carabinieri ad acquisire gli atti burocratici di una strana faccenda immobiliare. Tutto comincia nel 2010 quando, come ricorda il blog «Chiaravalle bene comune», la Fintecna mette in vendita la cosiddetta «area ex Cral» nel centro della cittadina adiacente all’abbazia fondata nel 1147 dai monaci cistercensi e considerata «un pregevole capitolo dell’architettura romanica in Italia».
Fintecna vuole 7 milioni. Troppi. La vendita va a vuoto. Più o meno parallelamente, il Comune decide di fare uno scambio: cede per 99 anni alla parrocchia il diritto di superficie su 800 metri quadri di monastero avuto trent’anni fa dal demanio con il vincolo di destinazione pubblica, «che non può essere mutata» e si fa dare gli antichi orti. Proprio negli stessi giorni, scrive il Carlino, la «Servizi srl» compra da Fintecna (a prezzo molto più basso) «l’area da destinare a centro commerciale». Unico problema: i camion dei rifornimenti non possono raggiungere i magazzini del mega store. Soluzione: «gli orti, adiacenti al chiostro, andrebbero a trasformarsi in strada a doppia corsia: l’unica in grado di sopportare il passaggio di tir...». Se sia tutto regolare, se sia casuale la scelta di certi passaggi sotto Natale quando la gente è distratta, se sia normale che un piano di questo genere venga varato 16 giorni dopo le dimissioni del sindaco (la nuova giunta pare pensarla diversamente) lo deciderà la magistratura. Resta un punto: ancora una volta la tutela viene vista come una cosa che finisce un millimetro più in là del perimetro del bene tutelato. Come se non fosse tutto l’insieme a fare la bellezza di certi luoghi. Cosa sarebbe la meravigliosa piazza dei Miracoli di Pisa se al posto del prato verde ci fossero decine di edifici perché tanto basta tutelare il Battistero, la Basilica, la Torre?