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Le previsioni: crescita dello 0,7%, deficit al 2,6%, debito al 132,5%
Le previsioni di crescita economica del Documento di economia e finanza (Def) che sarà varato venerdì prossimo, stimano un Pil in aumento dello 0,7% nel 2015, dell’1,4% nel 2016 e dell’1,5% nel 2017. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. Le stime per il deficit sono del 2,6% nel 2015, dell’1,8% nel 2016, dello 0,8% nel 2017 e zero nel 2018. Stime in discesa per il debito: al 132,5% quest’anno, al 130,9% nel 2016, al 127,4% nel 2017 e al 123,4% nel 2018
Flessibilità, restano i requisiti per la clausola europea sulle riforme
L’Italia, ha spiegato il ministro Padoan, continua a conservare i requisiti che le consentono di avvalersi della clausola Ue che, in circostanze eccezionali, garantisce agli Stati un maggiore spazio di manovra sul deficit qualora stiano attuando riforme strutturali. «I fattori per la regola sulle riforme strutturali utilizzata per il 2016 continuano a esserci – ha sottolineato il ministro – il treno delle riforme è stato attivato, il che ci permetterà di invocare la clausola ancora per molto tempo»
Il piano per le privatizzazioni STMicroelectronics, Enav e Poste
Dalla bozza del Def, il Documento di economia e finanza, il governo intende mettere sul mercato STMicroelectronics, Enav e Poste. Le privatizzazioni, ha spiegato il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, frutteranno 1,7-1,8 punti di Pil spalmati in 4 anni. Padoan ha ribadito che i tempi sono dettati dall’andamento dei mercati e dalla necessità che le aziende che saranno collocate sul mercato possano illustrare «al meglio» le loro caratteristiche
Il nodo dell’aumento dell’Iva e le clausole di salvaguardia
Le vere insidie per il governo arriveranno nel 2016, anno nel quale sono già previsti aumenti di Iva, accise sui carburanti e altre imposte per un punto di Pil, oltre 16 miliardi in valore assoluto, per garantire il raggiungimento del pareggio di bilancio, qualora le altre misure non funzionassero. Ma il premier Matteo Renzi ha garantito che «le clausole di salvaguardia saranno totalmente eliminate» e sostituite da tagli strutturali alla spesa corrente fino a dieci miliardi