Marina: questa politica non è un pranzo di gala ma Renzi avvelena i piatti
Imprenditrice Marina Berlusconi, 48 anni, presidente di Fininvest e di Mondadori, ieri all’assemblea della società editoriale
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Mao Zedong non rientra nel suo pantheon familiare e personale, ma Marina Berlusconi parafrasare il padre della Rivoluzione culturale cinese sembra il modo più adatto per un attacco frontale al premier: «La politica non sarà un pranzo di gala, ma mi pare che Renzi abbia il vizietto di avvelenare un po’ troppo spesso le portate». A margine dell’assemblea Mondadori, in un colloquio con l’Ansa, la primogenita del leader di Forza Italia non risparmia i rilievi critici al presidente del Consiglio. «Quello guidato da Renzi sembra molto più un governo di parole che un governo di parola — sottolinea — le promesse sono fin troppe, gli impegni mantenuti pochi o nulla».
Nei panni di presidente di Fininvest e Mondadori, Marina Berlusconi analizza la situazione economica del Paese e non scorge motivi di ottimismo. «Quest’anno l’esecutivo prevede una crescita dello 0,7 per cento: dietro di noi nell’area euro c’è solo Cipro e non mi sembra un risultato esaltante». Tutta colpa, affonda il colpo, di un governo non «all’altezza della situazione».
Ma l’occasione è buona anche per tornare su un tasto dolente in casa Berlusconi, quello della giustizia. Sul processo Ruby, Marina parla di «grandissima soddisfazione per la fine di un incubo assurdo» che non cancella comunque una «grandissima amarezza». Perché quel processo «ha infangato mio padre sul piano politico e, ancor peggio, su quello personale. E ha condizionato la vita democratica del Paese, creando danni gravissimi alla sua immagine a livello internazionale. E molti di questi guasti, purtroppo, sono irreparabili». Marina Berlusconi si sofferma anche sulla recente estinzione della pena relativa alla condanna del padre nel processo sui diritti Mediaset. «Ma quella è un’altra vicenda di una gravità sconcertante, nella quale il diritto è stato ancora una volta calpestato. Però sono convinta che la verità alla fine ristabilita, attraverso tutte le strade possibili, a cominciare dai ricorsi alla Corte europea di Strasburgo. Il sacrosanto bisogno di giustizia di mio padre non potrà non essere soddisfatto».