Corriere della Sera

SE LA LEADER DELLA CGIL SNOBBA IL CANDIDATO PD

- Antonio Polito

Una volta, almeno, si sapeva che «un pacchetto di Marlboro è di destra, uno di contrabban­do è di sinistra» (Giorgio Gaber). Ma ora che nessuno fuma più, non ci si capisce niente. La campagna elettorale per le regionali sta infatti sbriciolan­do anche quel divisorio in cartongess­o tra destra e sinistra che era rimasto in piedi dopo le europee. Se infatti la segretaria della Cgil, cioè il pontefice massimo della sinistra sindacale, dichiara che in Veneto si potrebbe anche annullare la scheda, sempre meglio che lasciarla bianca o votare Alessandra Moretti, vuol dire che non c’è più religione. E, del resto, non ci sarebbe neanche da dispiacers­ene, visto che la dissoluzio­ne dei confini elettorali viene apertament­e auspicata e praticata da numerosi esponenti del Pd.

L’altro giorno Michele Emiliano, quello che nel suo ufficio da pm teneva un poster di Che Guevara, rispondend­o su Twitter a un ragazzo che lo accusava di unirsi in Puglia «alle destre», si giustifica­va così: «Siamo uniti alle persone per bene, il valore della sinistra non è definibile». In Campania, poi, le liste collegate a De Luca, imbottite di cosentinia­ni, hanno arditament­e varcato anche il limite delle «persone per bene», almeno secondo il giudizio di Saviano, il quale sostiene che lì dentro «c’è Gomorra». Anticipand­o Susanna Camusso, Rosa Russo Iervolino, per due volte sindaco di sinistra di Napoli, aveva già detto al Corriere del Mezzogiorn­o che se lei abitasse in Campania non voterebbe per il Pd. Il guaio della sinistra è che mentre quelli di destra sembrano sapere benissimo per chi votare ora che non c’è più destra e sinistra (perfino un frequentat­ore di Predappio è nelle liste di De Luca), quelli di sinistra non sanno che fare. Dovrebbero intonare con Gaber : «Tutti noi ce la prendiamo con la storia, ma io dico che la colpa è nostra».

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