Ma Legnini si smarca «E sulle intercettazioni non temiamo le novità»
«Però senza mettere limiti per le indagini»
Vicepresidente Giovanni Legnini, molti esponenti dem sono rimasti scioccati dal giudizio emesso ieri dalla VI commissione del Csm. Cosa risponde?
«Innanzitutto, si tratta solo di una proposta di parere della VI commissione che non è quella definitiva del Csm. La proposta verrà discussa mercoledì prossimo, e solo quando sarà approvato sarà il parere del Csm. Quindi ogni valutazione critica andrà, nel caso, effettuata dopo la sua approvazione definitiva. Comunque, se c’è stato qualche eccesso da parte degli estensori della proposta, mi sembra ci sia anche stato un eccesso nelle reazioni, se si considera che nel testo vi sono diffuse espressioni d’apprezzamento su diverse norme contenute del ddl».
Le nuove leggi sono migliori oppure no?
«Non ho difficoltà a dire che le norme dell’anticorruzione e sul falso in bilancio vanno nella giusta direzione, costituiscono un indiscutibile e chiaro passo avanti nella repressione dei diffusi fenomeni corruttivi e di ciò si dà atto anche nella proposta, seppur con espressioni un po’ avare. Il Csm è un organo che, com'è noto, è costituito per i due terzi di componenti togati e per un terzo di laici, eletti dal Parlamento. In ogni caso, la necessità di sostenere il percorso delle riforme è stata più volta espressa dal Consiglio, e diversi punti di vista sono legittimi, soprattutto quando richiamano un’esigenza di interventi più organici e di sistema. Devo aggiungere un’altra cosa...». Quale? «Che il Csm è un organo di rilevanza costituzionale e, come prevede la legge, può esprimere pareri. Essi possono ovviamente essere anche critici ma ciò deve essere fatto in modo appropriato e consono al suo rilievo istituzionale. Sono convinto che ciò accadrà anche questa volta».
Nel parere della VI commissione si parla anche delle norme di delega sulle intercettazioni contenute nel disegno di legge. E su questo come si sono espressi?
«Si tratta di un parere sulle norme di delega contenute nel ddl che si esprime positivamente sul fatto che non si intende intervenire per limitare l’utilizzo delle intercettazioni utili per le indagini, ma per regolare — stabilendo responsabilità e sanzioni — la diffusione indiscriminata delle intercettazioni non rilevanti».
Quelle relative alla vita privata?
«Ovviamente sì, e comunque di tutte quelle irrilevanti. Il Csm non teme novità nel senso che ho detto. Anzi, penso che si debba intervenire presto. Le soluzioni in campo sono diverse: aspettiamo di conoscere ciò che il governo. A me sembra che l’opzione preferibile sia quella espressa durante le loro audizioni davanti
Lo scontro Se c’è stato qualche eccesso nella proposta, c’è stato anche nelle reazioni Le nomine Ne abbiamo fatte più di cento in sei mesi. E questo non era mai accaduto prima
alla commissione Giustizia, dai procuratori Pignatone, Bruti Liberati e Lo Voj. Sono posizioni condivisibili che andranno ulteriormente articolate».
Il Csm deve procedere a molte nomine per posti lasciati vacanti. A che punto siete?
«Abbiamo fatto più di cento nomine in sei mesi. E questo non era mai accaduto prima. Certo, quelle da fare sono un numero rilevantissimo e questo, governo e Parlamento lo sanno bene. Lavoriamo tutti i giorni per assolvere a questo impegno straordinario che ci è stato assegnato con la norma sulla riduzione dell’età pensionabile dei magistrati. Che l’entità delle nomine fosse straordinariamente elevata l’abbiamo detto più volte».
Lei ieri era a Palermo per l’insediamento dei nuovi vertici degli uffici.
«Sì, insieme al consigliere Morosini , ero all’insediamento dei Presidenti del Tribunale e della Corte d’appello di quell’importantissimo ufficio giudiziario, nomine che abbiamo effettuato con tempestività e larga condivisione. Ho rilevato un clima di unità e serenità,».
Ha sentito il capo dello Stato?
«Sì, per informarlo della bella giornata palermitana e per consultarmi con lui, come accade di frequente».