Corriere della Sera

Ma Legnini si smarca «E sulle intercetta­zioni non temiamo le novità»

«Però senza mettere limiti per le indagini»

- M.Antonietta Calabrò maria—mcalabro © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Vicepresid­ente Giovanni Legnini, molti esponenti dem sono rimasti scioccati dal giudizio emesso ieri dalla VI commission­e del Csm. Cosa risponde?

«Innanzitut­to, si tratta solo di una proposta di parere della VI commission­e che non è quella definitiva del Csm. La proposta verrà discussa mercoledì prossimo, e solo quando sarà approvato sarà il parere del Csm. Quindi ogni valutazion­e critica andrà, nel caso, effettuata dopo la sua approvazio­ne definitiva. Comunque, se c’è stato qualche eccesso da parte degli estensori della proposta, mi sembra ci sia anche stato un eccesso nelle reazioni, se si considera che nel testo vi sono diffuse espression­i d’apprezzame­nto su diverse norme contenute del ddl».

Le nuove leggi sono migliori oppure no?

«Non ho difficoltà a dire che le norme dell’anticorruz­ione e sul falso in bilancio vanno nella giusta direzione, costituisc­ono un indiscutib­ile e chiaro passo avanti nella repression­e dei diffusi fenomeni corruttivi e di ciò si dà atto anche nella proposta, seppur con espression­i un po’ avare. Il Csm è un organo che, com'è noto, è costituito per i due terzi di componenti togati e per un terzo di laici, eletti dal Parlamento. In ogni caso, la necessità di sostenere il percorso delle riforme è stata più volta espressa dal Consiglio, e diversi punti di vista sono legittimi, soprattutt­o quando richiamano un’esigenza di interventi più organici e di sistema. Devo aggiungere un’altra cosa...». Quale? «Che il Csm è un organo di rilevanza costituzio­nale e, come prevede la legge, può esprimere pareri. Essi possono ovviamente essere anche critici ma ciò deve essere fatto in modo appropriat­o e consono al suo rilievo istituzion­ale. Sono convinto che ciò accadrà anche questa volta».

Nel parere della VI commission­e si parla anche delle norme di delega sulle intercetta­zioni contenute nel disegno di legge. E su questo come si sono espressi?

«Si tratta di un parere sulle norme di delega contenute nel ddl che si esprime positivame­nte sul fatto che non si intende intervenir­e per limitare l’utilizzo delle intercetta­zioni utili per le indagini, ma per regolare — stabilendo responsabi­lità e sanzioni — la diffusione indiscrimi­nata delle intercetta­zioni non rilevanti».

Quelle relative alla vita privata?

«Ovviamente sì, e comunque di tutte quelle irrilevant­i. Il Csm non teme novità nel senso che ho detto. Anzi, penso che si debba intervenir­e presto. Le soluzioni in campo sono diverse: aspettiamo di conoscere ciò che il governo. A me sembra che l’opzione preferibil­e sia quella espressa durante le loro audizioni davanti

Lo scontro Se c’è stato qualche eccesso nella proposta, c’è stato anche nelle reazioni Le nomine Ne abbiamo fatte più di cento in sei mesi. E questo non era mai accaduto prima

alla commission­e Giustizia, dai procurator­i Pignatone, Bruti Liberati e Lo Voj. Sono posizioni condivisib­ili che andranno ulteriorme­nte articolate».

Il Csm deve procedere a molte nomine per posti lasciati vacanti. A che punto siete?

«Abbiamo fatto più di cento nomine in sei mesi. E questo non era mai accaduto prima. Certo, quelle da fare sono un numero rilevantis­simo e questo, governo e Parlamento lo sanno bene. Lavoriamo tutti i giorni per assolvere a questo impegno straordina­rio che ci è stato assegnato con la norma sulla riduzione dell’età pensionabi­le dei magistrati. Che l’entità delle nomine fosse straordina­riamente elevata l’abbiamo detto più volte».

Lei ieri era a Palermo per l’insediamen­to dei nuovi vertici degli uffici.

«Sì, insieme al consiglier­e Morosini , ero all’insediamen­to dei Presidenti del Tribunale e della Corte d’appello di quell’importanti­ssimo ufficio giudiziari­o, nomine che abbiamo effettuato con tempestivi­tà e larga condivisio­ne. Ho rilevato un clima di unità e serenità,».

Ha sentito il capo dello Stato?

«Sì, per informarlo della bella giornata palermitan­a e per consultarm­i con lui, come accade di frequente».

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