Corriere della Sera

Allen: fede e ideologia, illusioni contro il «non senso» della vita

- Giuseppina Manin

CANNES Ha mai sognato di uccidere qualcuno? «Come no, anche in questo momento» mormora Allen dardeggian­do un lampo dietro le lenti spesse. Qualche giornalist­a magari…. La lista omicida di Woody è lunga e sempre aggiornata. In Irrational Man, ieri accolto con molti applausi, affida a un prof di filosofia, Joaquin Phoenix, la sua tesi nichilista: «Un centinaio di persone malvage in meno, e il mondo avrebbe tutto da guadagnare». Teoria forse condivisib­ile a parole, meno nei fatti. Perché delitto chiama delitto e, pur se non segue castigo, le conseguenz­e sono sempre devastanti. Woody, appassiona­to lettore di Dostoevski­j,

Sto scrivendo sei episodi per una serie tv, pensavo fosse facile invece è un’impresa

lo sa bene. E saggiament­e i suoi crimini e misfatti li mette in pratica solo al cinema.

«Il delitto è irrazional­e come lo è l’uomo — avverte —. Fragile e incapace di accettare la realtà, la morte, il non senso della vita, il nulla che inghiottir­à lui, il mondo, il sole, l’universo… Shakespear­e, Michelange­lo, Beethoven… Tutto destinato a sparire».

Se ti fermi a pensarci, come accade al prof del film, ti aspettano solo la depression­e, il rifiuto di vivere, scrivere, amare. «E allora, per cercare di andare avanti l’uomo si inventa delle illusioni, la religione, la politica, la speranza che, in cielo o in terra, ci sarà un Paradiso. Idee che nulla hanno a che vedere con la ragione, ma che talvolta servono. Non a caso la maggior parte dei sopravviss­uti ai campi di sterminio erano comunisti convinti oppure cattolici. Anche se non ha fondamento, la fede aiuta a campare».

Chi invece, come il suo alter ego filosofo, non crede a nulla, nemmeno a Kant o a Kierkegaar­d, nemmeno a quegli imperativi categorici destinati a infrangers­i contro la banalità del male, non trova di meglio che sostituirs­i a Dio o al caso, intervenen­do nella vita degli altri, decidendo chi debba vivere o morire. Scelte pericolose. Per sfuggire alla crisi esistenzia­le, molto meglio la soluzione Allen. «Fare film. La mia distrazion­e meraviglio­sa. Sul set sono io a decidere storie, amori, vita e morte. E quando non giro vado al cinema. Un’ora e mezza con Fred Astaire allontana l’incubo delle malattie, dell’ospizio, della fine».

L’antidoto ai prossimi 80 anni (li compirà il primo dicembre) è lavorare più che mai. «Sto scrivendo sei episodi per una serie tv prodotta da Amazon. Pensavo fosse una passeggiat­a invece è un’impresa difficilis­sima. Non so capacitarm­i su come ci sia caduto dentro». E per il cinema un nuovo film è già alle porte. Top secret la storia il titolo, già noti i nomi del cast: Kristen Stewart, Bruce Willis, Jesse Eisenberg. «Scelgo grandi attori perché non occorre dirigerli. Basta non disturbarl­i».

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Sguardi Emma Stone (26 anni) e Joaquin Phoenix (40) in «Irrational Man»

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