Corriere della Sera

Ai pensionati da 754 a 278 euro

Via libera ai rimborsi scaglionat­i per reddito. E arriverà la flessibili­tà in uscita

- Baccaro, L. Salvia, Sensini

Decreto legge dopo la sentenza della Consulta che ha bocciato il blocco delle pensioni deciso dal governo Monti. Per gli arretrati la restituzio­ne sarà progressiv­a, una tantum e pagata il 1° agosto. Si va da un minimo di 278 euro netti (fascia tra i 2.500 e i 3 mila euro lordi al mese), fino a un massimo di 754 euro netti (fascia tra i 1.500 e i 2 mila euro lordi al mese).

Il Consiglio dei ministri ha approvato ieri il «bonus Poletti» che consentirà a 3,7 milioni di pensionati di ottenere un rimborso una tantum per i due anni di mancata indicizzaz­ione (2012-2013), il ricalcolo della pensione per il biennio 2014-2015 e l’introduzio­ne di un meccanismo d’indicizzaz­ione «più generoso» dal 2016. Le risorse verranno da «quella meraviglio­sa parentesi rosa nel Def (documento di economia e finanza)» che è stato battezzato «tesoretto».

È il presidente del consiglio in persona a chiamare il mini-rimborso «bonus Poletti», sorprenden­do lo stesso ministro del Lavoro che gli siede accanto, insieme con il collega dell’Economia, Pier Carlo Padoan.

Quattro i messaggi inviati da Matteo Renzi. Il primo ai diretti interessat­i: «Nessuno perde un centesimo nonostante la crisi». Tuttavia «non è possibile restituire per intero i 18 miliardi di mancata indicizzaz­ione» perché verrebbero tolti a qualcun altro. All’opposizion­e dice: «È il colmo che chi ha votato quella norma (legge Fornero, ndr) venga da noi a chiedere che venga restituito tutto». All’Europa: «In Italia non si scherza e non si gioca sulle pensioni». E ai mercati: «Non c’è nessuna tensione, vera o presunta, preelettor­ale che ci fa essere timidi rispetto alla realtà».

«Dover fronteggia­re tutti gli esborsi implicitam­ente previsti dalla sentenza — precisa Padoan — avrebbe impegnato per il solo 2015 risorse che avrebbero portato l’indebitame­nto al 3,6%: questo avrebbe comportato l’ingresso dell’Italia in una procedura di deficit eccessivo, l’immediata rimozione della clausola delle riforme che la Commission­e ci aveva concesso e il mancato rispetto della regola del debito, con la conseguenz­a di un’ulteriore esigenza di aggiustame­nto di finanza pubblica che avrebbe invertito la tendenza in crescita dell’economia e di risanament­o dei conti pubblici». Insomma, una catastrofe. Nessun riferiment­o a una ipotesi intermedia tra il rimborso una tantum e quello totale. Dall’Europa si fa sentire il commissari­o Ue, Pierre Moscovici: «Valuteremo la risposta del governo alla sentenza per valutare se servirà un nuovo rapporto» sul debito.

Ma a Renzi preme per aprire già un nuovo capitolo, quello di una maggiore flessibili­tà nel meccanismo di pensioname­nto previsto dalla Fornero: «Le normative del passato sono intervenut­e in modo troppo rigido, bisognerà trovare una modalità che possa permettere alla nonna di 62 anni di godersi il nipotino» spiega. Lo si farà nella legge di Stabilità.

Intanto per i pensionati arriva una novità a partire da giugno: la pensione sarà pagata al primo del mese. Poletti trova il tempo per annunciare il rifinanzia­mento della Fondo per la disoccupaz­ione del 2015 per un miliardo e i 70 milioni che vanno alle imprese per i contratti di solidariet­à per imprese e profession­isti.

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