Berlusconi: sono fuori dalla politica Un aggressore fermato sotto il palco
L’ex premier a Saronno: ma ho senso di responsabilità, girerò tutte le province d’Italia
SARONNO Al mattino, Silvio Berlusconi sembra esplicito come mai era stato: «Ormai sono fuori dalla politica. Sono soltanto qualcuno con un grande senso di responsabilità nei confronti del mio Paese...». Nel pomeriggio, però, chiama alla crociata «i missionari della libertà» e strappa l’ovazione con il numero consolidato: «Non consegniamo l’Italia ai comunisti». Da una parte, sembra disilluso: «Se guardo il futuro, non vedo un ricompattamento del centrodestra». Dall’altra, ribadisce il suo sogno: «Quello di un movimento che sappia accogliere tutti i moderati d’Italia». Gli umori sembrano mutevoli, l’apparente contraddizione si alimenta anche di quello che l’ex premier aveva detto la domenica sera a Lecco: «Nei prossimi diciotto mesi sarò in tutte le Province d’Italia» per rilanciare la sfida a Matteo Renzi. Eppure, la chiave dei «due» Berlusconi è, secondo coloro che gli sono vicini, semplicemente nella presa d’atto: non sarà più lui il candidato premier, non lui il leader di un centrodestra di cui ancora non si vede la forma. E pazienza se la legge Severino a molti già sembrava suggerirlo. Fino a qui, i suoi sostenitori si dicevano certi che la Corte europea per i diritti dell’uomo avrebbe sanato «l’infamia».
Ora, il fondatore di Forza Italia pensa a sé stesso più come a un padre nobile. All’ispiratore del futuro partito «che riunisca tutti i moderati che, non ho un’ombra di dubbio, in Italia sono la maggioranza». Il problema, e l’ambizione, è «trasformare quella maggioranza numerica in maggioranza politica». Resta il fatto che il centrodestra resta diviso, in Italia come a Saronno, dove il candidato sindaco di Forza Italia non è sostenuto dalla Lega. Lara Comi, eurodeputata azzurra, scuote la testa: «Quando Forza Italia era al 35% è stata accogliente con tutti, Lega inclusa. Oggi, da parte loro, non vedo lo stesso rispetto».
L’intera giornata dell’ex premier ha un sapore insolito. Chi lo sa, forse nell’umore del Cavaliere gioca un ruolo anche la visita ai luoghi d’origine della famiglia: il padre di Silvio Berlusconi, Luigi, era proprio di Saronno e Lara Comi gliene regala il certificato di nascita e lo porta in visita alla casa che fu della famiglia. Lui rievoca a lungo gli anni giovanili e i giorni della fondazione di Forza Italia: «Erano contro tutti: amici, parenti, dirigenti delle mie aziende». In ogni caso, la carica simbolica dell’uomo resta. E non soltanto per i sostenitori e i militanti che riempiono la piazza di Saronno. Mentre Silvio Berlusconi sta parlando, un uomo punta diritto su di lui, cerca di farsi largo. Non fa molta strada, i carabinieri e la sicurezza dell’ex premier lo bloccano, lo spingono fuori dalla folla, lo atterranno e quindi lo portano via. Sarà identificato — e poi arrestato con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni — come Massimiliano Passiu, 44 anni, già noto alle forze dell’ordine e, secondo alcuni militanti, già visto alcune volte intorno ai gazebo del partito con atteggiamento poco amichevole. Sarà processato per direttissima questa mattina al tribunale di Busto Arsizio. Un carabiniere ha riportato contusioni guaribili in sette giorni. Francesca Pascale, la compagna del premier, appare spaventata: «Voleva aggredire uno di noi o il presidente. Le forze dell’ordine sono state pronte ed è stato evitato uno spiacevole episodio».