Corriere della Sera

Il «Cetto» del Tavoliere: limousine bianca e comizi in dialetto

Gerardo Bevilacqua, impresario di neomelodic­i in corsa a Cerignola, spopola in piazza e in Rete

- Renato Benedetto

Il video di un suo comizio ha raggiunto, su YouTube, quasi 60 mila visualizza­zioni: più o meno quanti sono gli abitanti di Cerignola. Dove a sentirlo, giovedì, c’era la piazza piena: 7 mila persone. «No, 14 mila», insistono gli organizzat­ori. Poco cambia, nessuno avrebbe immaginato, qualche settimana fa, tanto pubblico per Gerardo Bevilacqua, candidato sindaco ribattezza­to dalla Rete il «Cetto La Qualunque» di Cerignola grazie alle performanc­e nei suoi comizi, presto diventati un fenomeno, sul web e non solo. Condivisi sui social, ripresi dai siti, mentre sono comparse pure le magliette con la sua faccia e lo slogan: «Io sono Ribbellion­e», da una sua frase cult. La sua notorietà ha varcato i confini di Foggia anche se lui parla solo dialetto. Dice di essere «alfabete»: «In italiano non so parlare, ho poche scuole, non ci sono andato, sono cresciuto in mezzo alla strada». Assicurato­re, corre a sindaco per la sua città con la lista Voci Nuove: è il nome dell’associazio­ne di cantanti neomelodic­i da lui diretta, che organizza spettacoli.

Alla Rete si è presentato a fine aprile con un video diventato virale: picchiava un assistente che aveva organizzat­o una cena elettorale. I conti non tornavano: e giù schiaffi, un calcio e Bagno di folla Gerardo Bevilacqua, 56 anni, dopo il comizio a Cerignola una sedia tirata contro. «Era di plastica», si scusa.

Poi i video dei comizi, dove arriva in limousine bianca, e gli interventi show, con le frasi urlate in cerignolan­o contro i po- litici: «Vergogna! Tutti a casa! Basta tasse comunale! ( sic) ». Vendola ed Emiliano? «Lavorano solo per una parte della Puglia: a Bari la ricchezza, a Foggia la monnezza». Contro l’incenerito­re: «Lo butto a terra». E , nella terra di Di Vittorio, si spende contro la povertà e per i braccianti: «Famiglie che hanno bisogno di mangiare, aiutiamole. Come? Un pezzo di pane, diceva Padre Pio. Le bocche sono sorelle». Lui, figlio di una bracciante, 6 fratelli, dice di sapere cosa sia la povertà: «Sono cresciuto a pane secco». Racconta di un passato travagliat­o: «Ho sbagliato qualcosa, ero un ladro per povertà, di galline. E a quelli voglio parlare ora. Qua ci sono tanti ragazzi che vanno a rubare, ma la delinquenz­a con me finisce. Non li mando in galera, gli do un lavoro».

E dire che il confronto alle Comunali di Cerignola sarà con un filosofo, Tommaso Sgarro (centrosini­stra), e Franco Metta (civica), avvocato dal linguaggio forbito, tra i favoriti. Poi è arrivato lui, parlando solo dialetto: non avendo studiato, non ha «il cervello logoro come avvocati e medici», spiega. E c’è chi dice che potrebbe arrivare a mille voti ed entrare in consiglio comunale.

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