Reddito di cittadinanza da 700 euro Primi sì a Maroni
Sul reddito di cittadinanza è pace fatta. Il leader della Lega Matteo Salvini è comparso nel quartiere generale di via Bellerio sotto i flash dei fotografi al fianco del governatore lombardo Roberto Maroni. «Abbiamo chiarito che l’idea di sostegno al reddito riguarda i cittadini che non sono più reinseribili nel mondo del lavoro — spiega Salvini che, in un primo momento, aveva mostrato scetticismo verso i sussidi proposti da Maroni, definendoli «elemosina di Stato» —. È una proposta diversa da quella dei grillini, perché riguarda i cittadini lombardi, mentre Beppe Grillo parla di residenti». E, dopo i mal di pancia iniziali, un’importante disponibilità al confronto adesso arriva anche da Forza Italia, Nuovo Centrodestra e Fratelli d’Italia. Così nella pur ricca Lombardia il cosiddetto reddito di cittadinanza — riadattato alle politiche del centrodestra — scala l’agenda politica. Le famiglie lombarde che non hanno i soldi neppure per comprarsi i beni necessari per vivere sono raddoppiate in soli due anni e hanno raggiunto quota 260 mila, mentre altre 283 mila non possono spendere quanto un italiano medio e ricadono nella fascia di popolazione dei poveri relativi. «In mancanza di una seria politica anti-crisi da parte del governo, da attuare nel quadro di una riduzione della tassazione, è giusto che Regione Lombardia svolga un ruolo di supplenza che i cittadini ormai si aspettano — dice la coordinatrice lombarda di Forza Italia Mariastella Gelmini —. Le ultime dichiarazioni di Maroni si avvicinano alla nostra posizione: no a un sussidio generalizzato con logica meramente assistenziale, sì ad un sostegno temporaneo e finalizzato alle persone che hanno davvero bisogno». Oggi il governatore lombardo avvierà il dibattito con i suoi alleati: tra le ipotesi allo studio un contributo economico da 700 euro al mese per i più bisognosi che, nei casi in cui i beneficiari siano in età lavorativa, andrà vincolato a un percorso di reinserimento professionale.
@SimonaRavizza