Quei dirigenti contestati da tutti
Ragazzi e professori non si fidano di loro. C’è chi li ritiene addirittura inclini al clientelismo Il presidente dell’associazione: «Ci attaccano solo per opporsi alla valutazione e al merito»
di buona fama neppure nella letteratura, basti pensare alla direttrice di Gian Burrasca o alla preside «Spezzindue» di Matilda di Roal Dahl, ma perché appena si è detto che spetterà a loro scegliere e cambiare i prof, il primo pensiero di molti è stato che i presidi siano permeabili a forme di clientelismo di piccola taglia? È vero che l’ultimo concorso quello del 2011 ancora non è concluso in alcune Regioni per brogli e errori vari, come le famose buste trasparenti usate in Lombardia. «Ma è un pregiudizio eccessivo e immotivato — spiega Raffaele Mantegazza professore di pedagogia interculturale alla Bicocca a Milano — ma dobbiamo chiederci chi sono e chi sono stati i presidi amati dai propri studenti? Quelli che si sono occupati dei loro ragazzi, che li conoscono uno a uno, che sono figure educative importanti. Oggi invece mi sembra che prevalga l’aspetto organizzativo manageriale, che in fondo si chieda ai presidi di risparmiare e di occuparsi delle questioni burocratiche più che
In piazza
Manifestanti di fronte alla Camera protestano contro la riforma della scuola del governo Renzi dell’apprendimento. In questo momento purtroppo non c’è un’idea di scuola. Quali sono i tempi dell’apprendimento, hanno ancora senso le medie, che cosa bisogna studiare? Un manager della Pirelli sa che deve vendere più pneumatici, ma un preside-manager dove deve andare? Paradossalmente aveva un’idea più chiara di scuola la Moratti (che io non condividevo) che questa legge, fatta di piccoli pezzi di scuola».
Vittorio Lodolo D’Oria, medico e autore di molti studi sul burnout e più in generale sullo stress degli insegnanti, vorrebbe presidi preparati a gestire la «salute» della propria scuola e cioè anche degli insegnanti: «Per la legge i presidi sono già dei datori di lavoro dal punto di vista dei rischi professionali, ma non sono stati mai preparati e per questo alla fine risultano poco credibili».
La soluzione? Come sarà possibile cancellare la definizione di «preside-sceriffo»? «Un sistema funzionante di valutazione e formazione dei presidi stessi, peraltro già previsto nella legge del 2001 potrebbe aiutare molto», suggerisce Gavosto. La Camera ha approvato ieri un sistema di ispettori e di controlli per i presidi. Basterà?