Insulti alla compagna di classe africana «Tu non puoi prendere un dieci»
Pisa, minacce a sfondo razziale all’Istituto tecnico. Il preside: l’autore rischia la bocciatura
Cinque lettere infilate nel diario e una scritta sul banco. Frasi odiose, nelle quali il peggior razzismo si mescola con l’invidia. «Non si è mai visto una negra che prende 10 in Diritto», si legge in una delle anonime missive indirizzate a una ragazzina di 14 anni di origini senegalesi, primo anno di un istituto tecnico di Pisa, bravissima. «Quando mia figlia ha ricevuto l’ultimo messaggio ho deciso che dovevo fare qualcosa e sono andato dai carabinieri a fare denuncia — dice il padre, operaio, da 15 anni in città —. Una cosa del genere non era mai accaduta, mia figlia ci è rimasta male». Lei, la «bimba» (come si dice in questa parte di Toscana), scuota la testa. È mortificata, però non si arrende. «Voglio diventare avvocato e non è solo un sogno. Supererò gli ostacoli», spiega con inconfondibile accento toscano.
I professori della ragazzina dicono che è tra le migliori della scuola. E dicono pure di sospettare che i responsabili del gesto siamo alcuni compagni che alla studentessa hanno anche strappato i libri e un quaderno di appunti. Ci sono sospetti e i carabinieri stanno indagando, sono in corso perizie calligrafiche. Alcune lettere sono state scritte a mano, altre con il computer, e la sensazione è che i responsabili, forse due, abbiano le ore contate. Rischiano accuse pesanti e un processo. «Rischiano una bocciatura sonora — annuncia il preside —. Lo prevede il regolamento e non avrò remore a firmare il provvedimento se saranno ritenuti colpevoli. Trovo inqualificabile un comportamento simile. L’invidia è già un sentimento deleterio e se ad essa si somma il razzismo si rischia un vero cortocircuito».
Un’altra lettera nascosta nel diario è indirizzata a tutta la famiglia della «bimba»: «Quando ve ne tornate al vostro cazzo di Paese?». La ragazzina l’ha letta durante una lezione e si è commossa. A un’amica ha confessato: «Questo è il mio Paese. Non possono offendermi così». Eppure, secondo Matar Ndiaye, presidente della comunità senegalese di Pisa (la seconda in città, con 3 mila presenze, dopo quella dei magrebini) ciò che accaduto nell’Istituto tecnico non un episodio isolato. «Succede spesso, purtroppo — spiega Ndyaye —. I bambini di immigrati subiscono insulti razzisti e violenze morali. Accade anche ai bambini adottati. Credo che dobbiamo lavorare molto».
Solidarietà alla famiglia della ragazzina e indignazione per «i vergognosi episodi di razzismo» è stata espressa da esponenti del centrosinistra pisano. La Cgil parla di «frutti avvelenati di una campagna xenofoba che ha toccato anche Pisa».
Il caso
Una studentessa senegalese di 14 anni che frequenta un istituto tecnico di Pisa ha ricevuto lettere razziste. L’ultima è stata ritrovata nel suo diario
«Farò l’avvocato» La 14enne è tra le alunne più brillanti della scuola: «Studio per fare l’avvocato»
Sono cinque le missive dello stesso tenore che la ragazza ha ricevuto a scuola. Dopo l’ennesimo episodio suo padre, un operaio di 56 anni in Italia da 15, ha deciso di rendere pubblica la vicenda e si è rivolto ai carabinieri. La ragazza è una delle migliori della sua classe