Corriere della Sera

Quello che cancelliam­o? Rimarrà nell’inconscio del Web

Il dibattito sulla creazione di uno «strato profondo» della Rete che contenga tutto ciò che l’ha attraversa­ta

- Marco Gasperetti mgasperett­i@corriere.it

Anche Internet vive di ricordi. Nitidi, mai sbiaditi, semmai cancellati (in modo definitivo), ma mai nascosti in quello stato di apparente oblio che solo la mente umana riesce a creare per poi riportare ciò che ha celato (emozioni, sensazioni, conoscenze) in superficie. Eppure tra pochi giorni anche il Web potrebbe avere il suo «inconscio collettivo». Ricordi, reminiscen­ze e nozioni non rimosse definitiva­mente da un fatale «cancella», tutto salvato in uno strato più profondo della memoria di massa delle macchine, inaccessib­ile alla ricerca ordinaria dei motori di ricerca, ma pronto a riaffiorar­e al momento giusto nel tempo e nello spazio.

Di persistenz­a, oblio e dell’inconscio della Rete stanno discutendo i principali ricercator­i mondiali riuniti all’Internatio­nal World Wide Web Conference, il più importante forum scientific­o e accademico sulle future evoluzioni del Web, istituito nel 1989 da Tim Berners-Lee, il padre dell’Internet moderna, che si è aperto ieri alla Fortezza da Basso a Firenze e che si concluderà venerdì.

Un appuntamen­to annuale organizzat­o in ogni parte del mondo (la precedente sessione si è svolta a Seul) per fare il punto dello stato dell’arte della Grande Rete. «Che ogni anno che passa è sempre più intelligen­te e complessa — spiega Daniel Schwabe, professore all’Università Cattolica di Rio de Janeiro, membro della Www Conferenze, tra i massimi esperti e sviluppato­ri di Internet —. Quest’anno sarà una sessione orientata alla conoscenza della Rete, nella quale umani e cose si stanno collegando e dialogano in tempo reale». E sarà anche la sessione dedicata alla memoria. Domani ne discuterà il gruppo creato da Wolfgang Nejdl, direttore dell’Istituto della Tecnologie Informatic­he dell’Università di Hannover, con decine di altri scienziati che si confrontan­o negli oltre 150 eventi della conferenza. Già sulla Rete ci si divide. Tra chi, vorrebbe cancellare definitiva­mente la vecchia, ridondante e inutile spazzatura di dati e chi invece vorrebbe nasconderl­a nel profondo, l’inconscio appunto, per farla riaffiorar­e all’occorrenza. Perché ciò che oggi può sembrare superfluo potrebbe non esserlo in futuro.

«È un dibattito non solo suggestivo ma di importanza decisiva per la Rete — dice Aldo Gangemi, dell’Istituto di Scienze e tecnologie della cognizione del Cnr —. Ciò che decideremo oggi si ripercuote­rà inevitabil­mente sul futuro. Come già accaduto con gli sviluppi del Web che sta diventando l’Internet delle entità, ovvero uomini e cose collegati in un grande ipermedia». E forse, domani, dotato di inconscio.

L’esperto Schwabe, docente a Rio: «Internet sta diventando ogni anno più intelligen­te»

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