Prezzi e servizi da Lerici a Cefalù L’inchiesta sulle nostre spiagge

Stessa spiaggia, stesso mare. Ma forse no: anche quest’anno ci sarà chi si sforzerà di cercare lidi più economici. Quel che non cambia invece, in Italia, è il sistema di concessioni demaniali. Da anni contestato e foriero di una procedura di infrazione dell’Ue. Intangibile, almeno in apparenza. Il Corriere della Sera ha realizzato un’indagine su una trentina di località balneari e una mappa interattiva (oggi su Corriere.it) che fotografa l’offerta per l’estate 2015. E confronta i canoni pagati dai gestori e i prezzi per un ombrellone e due lettini in alta e bassa stagione. Dal Friuli Venezia Giulia alla Sicilia, dalla Sardegna alla Liguria emerge un quadro a luci e ombre. Se a Monopoli (Puglia) si possono affittare lettini e ombrellone a 15 euro anche in agosto, ad Alassio ve ne chiederanno 55. Proprio la Liguria segna i due estremi: qui ci sono (come in Versilia) alcuni tra gli stabilimenti più cari d’Italia, come l’Eco del Mare, tra Lerici e Tellaro, che sul suo sito pubblicizza il costo di 110 euro al giorno per 2 ingressi, 2 lettini, ombrellone (in agosto). Ma ben il 40% delle spiagge liguri sono libere. A Forte dei Marmi, la spesa media è 50 euro. Assai meno a Salve, in Puglia, dove a giugno se ne spendono 15. Altri esempi virtuosi nei lidi del Nordest: ottimi servizi a prezzi ragionevoli. E in Sicilia: ai bagni Poseidon di Cefalù, va il record dei meno cari; 15 euro al dì. Stessa tariffa a Rimini, Monopoli, Capo Palinuro e Maiori. Mano al portafogli, dunque, per andare in spiaggia. In compenso lo Stato lamenta un gettito irrisorio dall’affitto di 8 mila km di spiagge: 102 milioni di euro l’anno, divisi fra 30 mila attività commerciali; per lo più stabilimenti, poi chioschi, bar, ristoranti. Ora un ddl prevede ritocchi al canone demaniale: sarà rimodulato in base al federalismo fiscale. In cambio i gestori potrebbero avere rinnovi contrattuali (osteggiati dall’Ue) da 5 fino a 50 anni.