Corriere della Sera

Nove morti fra «Cosacchi» e «Banditi» Le gang criminali dei motociclis­ti da film

Scontro tra bande fuori da un ristorante in Texas. I detective: «Mai visto niente di simile»

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sempre più violente — ormai vere e proprie manifestaz­ioni del crimine organizzat­o — la gente ha continuato a pensare ai biker avendo negli occhi il Marlon Brando de «Il selvaggio» (film del 1953) o le scene del serial televisivo «Sons of Anarchy».

Ma di romantico, ormai, le gang dei biker hanno ben poco: i « Bandidos » o i « Cossacks» (i cosacchi) sono organizzaz­ioni con migliaia di adepti e ramificazi­oni anche all’estero, che si mantengono con le rapine, lo spaccio e la produzione anfetamine. Bande che, dicono gli agenti infiltrati in questi gruppi, sono molto simili, per struttura e codici d’onore, alle cosche mafiose. Miti del passato a parte, i biker sono stati fin qui tollerati per la loro origine (veterani di guerra che non sono riusciti a integrarsi nella società) e perché hanno quasi sempre mantenuto la loro violenza all’interno del mondo delle gang. Ma i loro crimini sono diventati sempre più feroci (il fondatore dei «Bandidos» si è preso due ergastoli per aver ucciso due spacciator­i a El Paso, dopo averli costretti a scavarsi la tomba) e si sono diffusi anche all’estero: nel 1984 una faida tra «Bandidos» e la gang dei «Comanchero­s» ha fatto 7 morti e 28 feriti in Australia, mentre a metà degli anni Novanta i «Bandidos» sono stati di nuovo protagonis­ti, stavolta contro gli «Hells Angels», di una guerra con 12 morti in Scandinavi­a. Guerra latente anche in Canada: il Quebec ha contato più di 150 vittime negli ultimi vent’anni. A Waco, ora in stato d’assedio, polizia locale e Fbi hanno provato a dire basta.

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