Troppo pessimismo danneggia gli studenti
Dobbiamo ringraziare mille volte quegli insegnanti delle scuole italiane — in maggioranza donne — che, pur essendo pagati poco, trattati come fastidiosi ingombri, aggrediti da padri e madri iperprotettivi che hanno perso ogni rispetto per la sacra arte dell’apprendimento, credono ancora nell’insegnamento come servizio e lo fanno con passione e spirito di sacrificio. Sebbene non costituiscano la maggioranza, sono tanti e tengono in piedi la scuola con una rete di iniziative che vanno molto al di là dell’impegno a loro richiesto. Sono docenti che si danno da fare per rompere il mito febbrile della tecnologia, facendo teatro in classe, promuovendo letture di testi di attualità, incoraggiando la creazione di opere musicali, favorendo giornali scritti dagli alunni e tante altre attività, pur di staccare i ragazzi dai telefonini, dalla pornografia a poco prezzo, dalla volgarità dei media e della televisione commerciale.
Nelle ultime settimane sono stata invitata a parlare coi ragazzi di due scuole di Cassino: il liceo scientifico Gioacchino Pellecchia e l’Istituto tecnico Ettore Majorana, e da due scuole di Capua, il liceo Salvatore Pizzi e il liceo Luigi Garofano, e per ultimo dalla scuola elementare Padre Pio di Sacrofano. Ho incontrato ragazzi che non corrispondono affatto agli stereotipi che li dipingono inerti, pigri, svogliati e incapaci di pensare in proprio. Ho incontrato bambini che sono stati contagiati dall’amore per la lettura, che scrivono, dibattono, e stanno imparando a riflettere con la propria testa, proprio quello che dovrebbe fare la scuola.
Mi sono convinta che esiste una rete di scuole di eccellenza che, nonostante la scarsità di mezzi, nonostante la poca considerazione in cui vengono tenute dalle amministrazioni pubbliche, nonostante le difficoltà e gli impedimenti di ogni genere, danno ai ragazzi la possibilità di maturare nella consapevolezza di una cultura multidimensionale, fuori da ogni dogma e censura.
Queste scuole sono più numerose di quello che pensiamo. Nessuno ha mai composto una mappa dell’eccellenza scolastica, fuori dai giudizi stereotipati delle istituzioni. E penso sinceramente che costituiscano la spina dorsale di una scuola che viene lasciata andare alla deriva. Ma le cose che funzionano, purtroppo, non fanno notizia. Si preferisce gridare alla catastrofe e trascinare i ragazzi in un pessimismo che scoraggia e avvilisce.