Mini pensioni per i giovani Le simulazioni
Padoan: l’inflazione sarà recuperata tra il 10 e il 40%. Renzi: ricorsi inutili, regalano soldi agli avvocati
Le pensioni dei giovani saranno molto diverse da quelle dei loro genitori: dati il nuovo sistema di calcolo, la discontinuità dei percorsi lavorativi e l’effetto delle riforme, l’assegno oscillerà tra il 40 e il 70% dell’ultima retribuzione.
ROMA «Il sistema pensionistico andrà rivisto con più calma nei prossimi mesi, nell’ambito della legge di Stabilità». Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, conferma l’intenzione del governo di introdurre, ma dal 2016, una maggior flessibilità sul pensionamento, ed illustra al Parlamento il decreto che ricostituisce parzialmente gli assegni più bassi e che stamattina andrà al Quirinale e poi alle Camere. «I tempi un po’ più lunghi sono stati dovuti alle procedure per la bollinatura» spiega Padoan. Per il 2012 ed il 2013, i primi due anni in cui le pensioni superiori a tre volte il minimo sono rimaste congelate dal decreto Monti, bocciato dalla Consulta, la rivalutazione dell’assegno previdenziale prevista dal decreto sarà del 40% dell’inflazione per le pensioni che vanno da tre a quattro volte il minimo, del 20% tra quattro e cinque volte il minimo, del 10% per quelle tra cinque e sei volte, e nulla per quelle superiori. Per il biennio 2014-2015, sarà riconosciuta una rivalutazione più bassa, pari, al 10%, del tasso d’inflazione, al 5% e al 2,5% nelle tre fasce (e ancora nulla per le pensioni superiori a sei volte il minimo). Dal 2016, ha spiegato ieri sera Padoan, scatterà l’ultima fase della ricostituzione delle pensioni colpite dal decreto Monti del 2011, con una rivalutazione che sarà, nelle stesse tre fasce, del 20%, del 10% e del 5%. Su questi montanti, poi, si applicherà la rivalutazione prevista dal decreto Letta, con un’indicizzazione che diminuisce progressivamente, fino ad un livello del 40-45% del tasso d’inflazione. «Con il decreto abbiamo fatto il massimo possibile» ha detto Padoan, confermando per il 2015 un obiettivo di deficit al 2,6% del Pil. «I ricorsi li vedremo, ma riteniamo che la nostra linea sia giusta». Ne è convinto Matteo Renzi: «Con il massimo rispetto, credo che i ricorsi serviranno a dare soldi agli avvocati. Chi dice “fate ricorso perché vincerete”, evidentemente o è in campagna elettorale, come Grillo, o ha qualche amico avvocato».