«Hollande e gli altri leader ora smettano di dire solo no»
Il capogruppo Ppe: «Ma sugli ingressi legali decidono i singoli Stati»
la conseguenza di una straordinaria emergenza?
«È un’enorme sfida. È normale e comprensibile che diversi interessi siano rappresentati in una Unione a 28. Ma c’è stata troppa esitazione nell’affrontare quanto accade e nel trovare soluzioni. Troppi Stati si sono accusati a vicenda senza prendere loro stessi l’iniziativa, troppo a lungo. Ora, per la prima volta, le recenti tragedie li hanno costretti a reagire con forza e senza perdere altro tempo, rafforzando il soccorso in mare e la lotta agli scafisti».
«Ne abbiamo abbastanza» dicono alcuni a Berlino. Come cittadino e politico tedesco, lei è d’accordo?
«Oggi solo 5 Paesi accolgono il 75% di tutti i richiedenti asilo nell’Ue. Questo non è giusto. Ogni Stato deve fare la sua parte in considerazione del Pil, della popolazione, del tasso di
Le tragedie nel Mediterraneo non riguardano solo Italia, Malta o Grecia. Sono sfide a lungo termine Dobbiamo dare una risposta europea
crescita e di disoccupazione, dei migranti già presenti sul proprio territorio. Quindi anche la Germania deve continuare ad accogliere molti richiedenti asilo».
La Germania è il Paese più ospitale del mondo, dopo gli Usa. C’è chi dice: «Bene per il Pil, abbiamo più vantaggi che guai…».
«Per il gruppo Ppe la questione della migrazione legale deve rimanere competenza degli Stati membri. Ognuno deve poter decidere, a seconda del proprio fabbisogno, a quanti migranti economici — con alte o basse competenze — vuole aprire il proprio mercato del lavoro. Nell’Europa del Sud la disoccupazione giovanile arriva al 40%. Questa tragedia deve essere affrontata prima di aprire le porte ai migranti: e comunque far questo non risolverebbe i problemi dell’Africa, la sinistra si sbaglia di grosso».
Berlino teme che l’Italia o la Grecia, «travestano» i migranti in profughi politici, spedendoli in Germania?
«Ci sono regole molto chiare. Abbiamo piena fiducia che tutti gli Stati membri le rispettino e che la Commissione europea controlli che ciò succeda. Comunque è fondamentale che quelli che non rientrano nei criteri per la concessione dello status di asilo siano rimpatriati. E questo dovrebbe essere fatto in modo più conseguente: per assicurare che i cittadini europei supportino la nostra politica di asilo nel lungo termine».
Solo 5 giorni fa, il premier francese Manuel Valls diceva: «La Francia farà la sua parte». Gioca anche la pressione interna del Fronte nazionale?
«Non è il momento di fare giochi politici su una questione così seria. Dappertutto in Europa i partiti populisti guadagnano consensi, e sarebbe un errore correr loro dietro imitandoli. Io mi aspetto che la Francia faccia la sua parte e sono sicuro che la farà».
Oggi solo 5 Paesi accolgono il 75% di tutti i richiedenti asilo nell’Ue Questo non è giusto Ogni Stato deve fare la sua parte