I candidati
Michele Rizzi, 44 anni, è il dirigente di Alternativa comunista, con cui è in corsa
Dà una voce a Guerìn, il ragazzo del parcheggio di piazza Libertà un po’ lieve di testa, «Ohé, Guerìn!». Fa ciao ciao al macellaio di fronte, che gli impone «di mangiare carne cruda come prova di virilità » . Si sbraccia dal gippone nero che a stento ne contiene la mole falstaffiana, pure carnale e cruda, proprio come Bari e le famose cozze pelose dono degli imprenditori Degennaro, unica debolezza — più che altro di gola — che quasi gli stava sporcando un esemplare percorso netto in Municipio («dieci anni e mai un avviso di garanzia, lo scriva!»). Si sporge dal finestrino, «mi vogliono bene!», a salutare ad uso del cronista una città e una regione in realtà ciniche ed estenuate, che a stento s’interessano a ciò che potrà accadere il prossimo 31 maggio e dopo.
Almeno un pugliese su due non andrà alle urne: gli altri voteranno in massa per lui, dicono. «Una cosa surreale», azzarda dunque Michele Emiliano, ex pm, ex sindaco di Bari, che si sente governatore in pectore: «L’Italia si sta spaventando», aggiunge. Per il suo trionfo, sottintende. Renzi compreso? «Renzi compreso». Col bimbaccio di Rignano sull’Arno la guerra per ora è a tweet e schicchere. Dicono che Emiliano si immagini suo successore, tanto da mettergli un dito nell’occhio persino sulla riforma della scuola: «Io non devo niente a nessuno. Ma Renzi lo sostengo con lealtà, è un Napoleone della politica. E io voglio governare la Puglia cinque anni». Cinque, attenzione. Un mandato, poi vedrà. Intanto ammicca agli elettori di Berlusconi, «gli stessi miei, a Bari», e persino ai leghisti: «I migranti non vanno trattati meglio degli italiani, Salvini su questo ha ragione». Pop, post, social, pronto a ingurgitare chiunque.
Qui il berlusconismo s’è decomposto in due candidati e due fazioni, gli scissionisti fittiani del bravo oncologo Francesco Schittulli e gli ortodossi dell’intramontabile gentildonna nera Adriana Poli Bortone, con rovesciamenti da capogiro: l’oncologo era il primo prescelto del Cavaliere, la gentildonna al Cavaliere aveva fatto perdere le elezioni del 2010 e ne era quindi colpita da anatema. Per
A canestro
L’uscente Vendola è in Umbria: qui respiro, la campagna elettorale giù è mefitica
Nichi Vendola 48,7% Michele Rizzi 0,4% Il confronto
33,6
20,8 18,5