Corriere della Sera

Lo studente morto in gita Quando è precipitat­o non indossava gli slip

Il sospetto: i suoi compagni continuano a mentire

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Versioni concordate. Una menzogna collettiva che regge da quasi due settimane. Le parole messe a verbale negli interrogat­ori da alcuni studenti della Quinta E dello storico liceo scientific­o padovano Ippolito Nievo, somigliano ormai a una «recita» frutto di un accordo piuttosto che alla testimonia­nza reale e autentica di ragazzi di 19 anni che hanno visto il loro compagno Domenico Maurantoni­o precipitar­e per venti metri. Era l’alba di domenica 10 maggio, quinto piano dell’hotel Da Vinci, periferia di Milano. La classe, definita dai professori «esemplare», era in città per visitare l’Expo.

Chi ha assistito agli interrogat­ori continua a pensare che i ragazzi non abbiano raccontato la verità. E anche il legale della famiglia Maurantoni­o, l’avvocato Eraldo Stefani, invoca «un gesto di responsabi­lità» dei compagni di classe di Domenico: «Tra pochi giorni arriverann­o gli esiti degli esami scientific­i, la verità emergerà senza scampo». Proprio sul fronte dei test tossicolog­ici eseguiti durante l’autopsia, ieri sono emerse le prime indiscrezi­oni sul tasso alcolemico riscontrat­o nel sangue. Sono test preliminar­i, mancano ancora gli esiti definitivi. Ma quella notte, Domenico aveva un tasso alcolemico inferiore a 1 grammo per litro di sangue. Un quantitati­vo superiore al limite consentito per mettersi alla guida di una macchina ma non così «eccessivo» come si sospettava. In ogni caso, se è vero che il ragazzo era ubriaco, difficilme­nte con un simile quantitati­vo avrebbe perso conoscenza e sarebbe poi caduto dalla finestra. Prende sempre più sostanza la pista della bravata. Uno scherzo atroce tra compagni di classe. Uno o forse più avrebbero tenuto per un braccio Domenico mentre quest’ultimo si trovava sul davanzale della finestra per defecare. Al momento della caduta, non indossava gli slip e neppure i pantalonci­ni: eppure, i due indumenti sono stati trovati a terra, vicino al cadavere. L’hanno confermato gli investigat­ori milanesi guidati dal pm Claudio Gittardi. C’è la testimonia­nza di un imbianchin­o siriano, Mohamed M., il primo a trovare il cadavere dello studente intorno alle 8 di domenica e intervista­to dalla trasmissio­ne Quarto Grado (in onda stasera): «Il ragazzo aveva la canottiera ed era senza mutande: era nudo e non era sporco. Vicino, c’erano mutande e pantalonci­ni… può essere che siano caduti o che fossero lì... Lui era sdraiato sul fianco».

La polizia scientific­a ha trovato tracce di feci vicino all’ascensore del quinto piano (ma non all’interno) e lungo la seconda metà del corridoio, fino alla finestra. Ma sia sul davanzale

L’indiscrezi­one Il tasso di alcol nel sangue della vittima era alto ma non tanto da far perdere i sensi

È precipitat­o all’alba di domenica 10 maggio dal quinto piano dell’hotel Da Vinci alla periferia di Milano dove era in gita

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Domenico Maurantoni­o ( sopra) aveva 19 anni e studiava al Liceo Ippolito Nievo di Padova

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