Addio a Marika de Feo la «cronista» della Bce
Ricordo quando telefonava per essere sicura che quella frase fosse stata capita bene, che la «sua» Bce non venisse travisata in un titolo troppo frettoloso. Era sempre pronta a fare un’altra verifica, a cercare le persone più significative per capire cosa stava succedendo. Marika de Feo, ci ha lasciato mercoledì sera. Era così, orgogliosa di essere spesso l’unica giornalista italiana che il ristretto circolo dei banchieri europei ammetteva al proprio tavolo. Ricordo la sua felicità quando, dopo molti tentativi, era riuscita ad aggiudicarsi l’intervista a Jean-Claude Trichet. Per lei raccontare la Germania ai suoi lettori era offrire loro la possibilità di diventare un po’ più europei. Quante volte combatteva con gli spazi sempre più stretti pur di dare il suo contributo al giornale. Se non scriveva, i suoi consigli erano preziosi. E forse è anche un po’ merito suo se i lettori hanno avuto la possibilità di entrare nel nuovo mondo dell’euro. Era nata il 6 dicembre del 1953, ha lavorato al «Corriere» da Francoforte dal 1989. Theo Waigel, Hans Tietmeyer, i vertici dei principali gruppi tedeschi ed europei, sono tante le sue interviste. Le sue analisi. Nel 2007 ricevette dal presidente tedesco Horst Kohler la Croce Federale al merito, una delle più alte onorificenze concesse dalla Germania. A dicembre, quando la malattia l’aveva già consumata mi era parso volesse scrivere. Poi, quel pomeriggio, quasi scusandosi mi disse: «Sono un po’ stanca». E sentii che ancora, quasi senza forze, si preoccupava di quella che è sempre stata, oltre a suo figlio Andrea, la sua grande passione, il «Corriere». Ci mancherai.