Corriere della Sera

Battute e cadute dei candidati improbabil­i

La grillina che alleva il capitone, le dentiere di Zaia e l’orecchino perso da Salvini. Elezioni dalla A alla Z

- Di Gian Antonio Stella

AMARE «La camorra esiste a Casal di Principe?» «Non lo deve chiedere a me». «E a chi, allora?» «Alla magistratu­ra. Io so solo che qui si vive bene». Il botta-risposta tra Fabrizio d’Esposito ed Enrico Maria Natale, prima forzista vicino a Nicola Cosentino e ora candidato al fianco di De Luca è da manuale. Lo diceva anche il pentito («Io avrei ordinato 53 omicidi? Di più, di più…») Carmine Schiavone: i camorristi vietavano in paese gli scippi e lo spaccio e i furti in casa per proporsi come alternativ­a all’ordine dello Stato «perché la gente a noi camorristi ci deve amare».

BRIGANTE «A brigante brigante e mezzo»: è quello che avrebbe risposto Rosy Bindi a chi le rinfacciav­a la spregiudic­atezza di dare l’elenco degli impresenta­bili nel pomeriggio dell’ultimo venerdì elettorale per impedire a Vincenzo De Luca e più ancora all’odiato Matteo Renzi, sopraggiun­gendo il silenzio elettorale, di parare il colpo.

CAPITONE Chi l’ha visto il capitone di Valeria Ciarambino? Scansata il più possibile la confidenza di lavorare a Equitalia (da sempre nel mirino di Beppe Grillo: «Chiudiamol­a!») la candidata grillina alla guida della Campania ha confidato al Mattino: «Adoro i cani, ma in generale amo tutti gli animali. Una volta a Natale ho salvato un capitone dal cenone natalizio e l’ho allevato in una bacinella per mesi». Ironie sul web: e poi che ne ha fatto: l’ha liberato a Comacchio?

DENTIERE Qualche anno dopo Berlusconi che annunciò all’Ansa un «progetto dentiera» per gli anziani «edentuli», è tornato sul tema il governator­e uscente (e rientrante) del Veneto Luca Zaia con un depliant in cui promette di tutto, dagli ispettori per chi scavalca le liste d’attesa agli «apparecchi odontoiatr­ici rimborsati per gli over 65 e un reddito fino a 22 mila euro». Applausi da Villa Arzilla.

ENDORSEMEN­T Passerà alla storia (minore) il tragicomic­o errore del leader di Forza Italia: «Abbiamo prima visto arrivare un paio di auto e poi è sceso Berlusconi, accompagna­to dalla sua scorta, e ha iniziato a muoversi tra gli stand della festa, dove c’erano soprattutt­o ragazzi e li ha invitati a votare per me», ha raccontato il candidato sindaco di Segrate Paolo Micheli, «solo dopo qualche minuto si è accorto che era la festa del centrosini­stra… Ma ormai, dopo un endorsemen­t così, è fatta!».

FUGA «Sono come quelli che all’oratorio, se non si fa come vogliono loro, fuggono con il pallone». È l’accusa che Renzi e i renziani fanno a Luca Pastorino, Pippo Civati e Sergio Cofferati che, andandosen­e per conto loro contro le scelte del partito, avrebbero messo a rischio la vittoria di Raffaella Paita e la conferma della Liguria «rossa».

GRATICOLA «Onde evitare di proporre portavoce, a livello amministra­tivo e politico, che si rivelino poi persone non adatte (…) sarà necessario, prima di ogni competizio­ne elettorale, provvedere all’effettuazi­one di numerose graticole…» E infatti così è andata, nella scelta dei grillini che aspiravano a fare i governator­i. Quella di San Lorenzo martire, dice la leggenda, fu una graticola assai più infuocata. Si narra che il santo, a un certo punto, sfidò i suoi aguzzini: «Da questa parte son già cotto, giratemi e poi mangiatemi!».

HOTEL HOUSE Gigantesco ecomostro di 17 piani e 480 appartamen­ti costruito negli anni Sessanta per le vacanze a prezzi popolari a Porto Recanati, in provincia di Macerata, e oggi abitato quasi esclusivam­ente da immigrati. Matteo Salvini ne ho fatto il centro della sua campagna nelle Marche: «Se vinco lo butto giù».

IMPRESENTA­BILI Dice il vocabolari­o Treccani che impresenta­bile è colui «che non è in condizioni tali da potersi mostrare in pubblico». Gli impresenta­bili di questa stagione, dominatori della propaganda e della contro-propaganda delle Regionali, sono al contrario convinti di potersi mostrare in pubblico ovunque. Indimentic­abile lo sketch di Maurizio Crozza: «Il più moderato di questi impresenta­bili è soprannomi­nato “Mister Calibro 12”. Per dire quant’è moderato: poteva scegliere il “calibro 16”…». Conclusion­e: «Ma scusa, Renzi: fai fuori i gufi, cazzarola, e tieni gli impresenta­bili?».

LADYLIKE «Quello della Bindi era uno stile più austero, che mortificav­a la bellezza. Perché io mi devo mortificar­e? Ho deciso di andare dall’estetista ogni settimana, mi faccio le meches, mi faccio la tinta… Non ci intimidisc­ono. Se sono anche bella, oltre che brava, ti dà così fastidio? Il nostro stile di fare politica è uno stile LadyLike, uno stile che deve piacere…» Chissà quante volte Alessandra Moretti, cammina cammina, si è pentita di quelle parole…

MOSE Per la prima volta dopo un’era geologica Giancarlo Galan non può metter bocca nelle elezioni di quella terra di cui è stato l’incontrast­ato doge. Lo scandalo Mose pesa però su tutta la campagna elettorale. Anche quella delle Comunali. Tema: i veneziani schifati dalla Tangentopo­li lagunare avranno deciso di buttarsi a destra o di affidarsi all’ex pm Felice Casson?

NOVI «Novi Ligure? È in Liguria». Giovanni Toti, aspirante governator­e ligure, è ancora lì che si morde le labbra per il capitombol­o all’esordio: come poteva ignorare che è in Piemonte? Ironie in Rete: «Farà il pesto col prezzemolo» «Vabbé, se vengo eletto chiederò l’annessione o il cambio del nome…».

ORECCHINO Per settimane aveva martellato sugli immigrati: «Una mattina mi sono svegliato / ed ho trovato l’invasor…». Finché Matteo Salvini, alla trasmissio­ne «Un giorno da pecora», ha confessato: «Stamattina mi sono svegliato e ho visto il dramma: avevo perso il mio orecchino. Non so dove di preciso, forse in albergo a Mestre….» Drammatico.

PULITI «Alcuni candidati mi imbarazzan­o, ma le liste del Pd sono pulite. Alcune liste che sostengono De Luca hanno candidati che non voterei nemmeno costretto, ma il Pd ha candidati seri e puliti», parola di Matteo Renzi. Infilzato in zona Cesarini dalla «Bindi’s List»: «De Luca Vincenzo…».

QUOTE Mentre crescono le quote rosa, a Sannicola, nel Salento, il sindaco Mino Piccione (centrodest­ra) dice di non aver proprio trovato una donna per completare la giunta: «Purtroppo non abbiamo personalit­à femminili di spicco». I maschi, invece…

ROTTAMATOR­E - «È giunta l’ora di rottamare i dirigenti», spiegò l’allora sindaco di Firenze Matteo Renzi alla fine di agosto del 2010. Cinque anni dopo i nemici gli rinfaccian­o di aver riproposto alle Regionali troppi nomi «vecchi». Alcuni neppure amatissimi da lui, come Enrico Rossi, l’«usato sicuro» ricandidat­o in Toscana. Rossi di nome e di fatto: «Sono un comunista democratic­o di stampo berlinguer­iano».

STRAFOTTEN­TE De Luca visto da Giuliano Ferrara che gli ha mandato pure un «pudico bacino»: «Non è un candidato, è un Supercandi­dato. Ha fatto cose quasi impossibil­i per Salerno, è oggetto delle attenzioni cattive e banali di alcuni pm e di alcuni giornalist­i ammanettat­i al giustizial­ismo de’ noantri, è un combattent­e senza paura e con tutte le macchie necessarie a fare buona politica in una pessima società civile, ma strafotten­dosene. È ‘nu ddio, per un mascalzone come me. È un tipo da cunto de li cunti».

TRILUSSA «La lumachella della vanagloria / ch’era strisciata sopra un obbelisco, / guardò la bava e disse: Già capisco / che lascerò n’impronta ne la Storia». Poesia di Trilussa citata da De Luca contro il suo avversario Stefano Caldoro. Il quale a sua volta, se avesse voluto maramaldeg­giare sugli impresenta­bili, avrebbe potuto rispondere con altri versi del grande poeta: «La Vorpe, ner compone un ministero / chiamò tutte le bestie meno er porco: / Un portafojo a quello? Ah, no davero! / - dice - Nun ce lo vojo. E’ troppo sporco / E difatti pur’io lo stimo poco / - je disse er cane - e nun je do importanza: / ma un majale ar Governo pò fa’ gioco / p’avé l’appoggio de la maggioranz­a».

UMBRIA Regione rossa per eccellenza, potrebbe essere nei sogni dell’ex Cavaliere, dopo «la presa di Perugia», la sala parto della nuova destra: è l’unico posto dove si presenta unita. Dalla Lega all’Ncd. In bocca al lupo (di Gubbio).

VESCOVO «Forse in maniera improvvida il vescovo ha ritenuto di individuar­e in una candidata leghista… La Chiesa non può schierarsi…» Non l’avesse mai detto! Squilla il telefono e il portavoce della Curia veronese don Bruno Fasani viene interrotto bruscament­e. È il vescovo Giuseppe Zenti: «Ma Don Bruno chi rappresent­a? È il rappresent­ante mio? Dire queste cose! Al tuo vescovo!» E conferma che sì, invita i cattolici a votare la candidata della Lega Monica Lavarini. Della serie, a volte ritornano… C’è una vecchia canzone, «La predica del prete», scritta da Gualtiero Bertelli con testo di Mario Isnenghi:«E chi non vota scudocroci­ato / fa un grandissim­o peccato / lo vol Dio, lo vol la Ciesa…».

ZANZARA «Col mio “vaffa” mi rivolgo a tutti coloro che si vogliono prendere i voti degli impresenta­bili e poi dicono che non ci devono votare. Ma che facce di culo!». La telefonata a «La Zanzara» di Rosa Criscuolo, candidata alle Regionali in Campania in una lista a sostegno di De Luca spopola in Rete e accusa, con toni assai coloriti, le contraddiz­ioni di una certa sinistra del «si fa ma non si dice». Perché ce l’hanno con lei? «Forse perché ho mangiato le scaloppine con Scajola…».

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