Battute e cadute dei candidati improbabili
La grillina che alleva il capitone, le dentiere di Zaia e l’orecchino perso da Salvini. Elezioni dalla A alla Z
AMARE «La camorra esiste a Casal di Principe?» «Non lo deve chiedere a me». «E a chi, allora?» «Alla magistratura. Io so solo che qui si vive bene». Il botta-risposta tra Fabrizio d’Esposito ed Enrico Maria Natale, prima forzista vicino a Nicola Cosentino e ora candidato al fianco di De Luca è da manuale. Lo diceva anche il pentito («Io avrei ordinato 53 omicidi? Di più, di più…») Carmine Schiavone: i camorristi vietavano in paese gli scippi e lo spaccio e i furti in casa per proporsi come alternativa all’ordine dello Stato «perché la gente a noi camorristi ci deve amare».
BRIGANTE «A brigante brigante e mezzo»: è quello che avrebbe risposto Rosy Bindi a chi le rinfacciava la spregiudicatezza di dare l’elenco degli impresentabili nel pomeriggio dell’ultimo venerdì elettorale per impedire a Vincenzo De Luca e più ancora all’odiato Matteo Renzi, sopraggiungendo il silenzio elettorale, di parare il colpo.
CAPITONE Chi l’ha visto il capitone di Valeria Ciarambino? Scansata il più possibile la confidenza di lavorare a Equitalia (da sempre nel mirino di Beppe Grillo: «Chiudiamola!») la candidata grillina alla guida della Campania ha confidato al Mattino: «Adoro i cani, ma in generale amo tutti gli animali. Una volta a Natale ho salvato un capitone dal cenone natalizio e l’ho allevato in una bacinella per mesi». Ironie sul web: e poi che ne ha fatto: l’ha liberato a Comacchio?
DENTIERE Qualche anno dopo Berlusconi che annunciò all’Ansa un «progetto dentiera» per gli anziani «edentuli», è tornato sul tema il governatore uscente (e rientrante) del Veneto Luca Zaia con un depliant in cui promette di tutto, dagli ispettori per chi scavalca le liste d’attesa agli «apparecchi odontoiatrici rimborsati per gli over 65 e un reddito fino a 22 mila euro». Applausi da Villa Arzilla.
ENDORSEMENT Passerà alla storia (minore) il tragicomico errore del leader di Forza Italia: «Abbiamo prima visto arrivare un paio di auto e poi è sceso Berlusconi, accompagnato dalla sua scorta, e ha iniziato a muoversi tra gli stand della festa, dove c’erano soprattutto ragazzi e li ha invitati a votare per me», ha raccontato il candidato sindaco di Segrate Paolo Micheli, «solo dopo qualche minuto si è accorto che era la festa del centrosinistra… Ma ormai, dopo un endorsement così, è fatta!».
FUGA «Sono come quelli che all’oratorio, se non si fa come vogliono loro, fuggono con il pallone». È l’accusa che Renzi e i renziani fanno a Luca Pastorino, Pippo Civati e Sergio Cofferati che, andandosene per conto loro contro le scelte del partito, avrebbero messo a rischio la vittoria di Raffaella Paita e la conferma della Liguria «rossa».
GRATICOLA «Onde evitare di proporre portavoce, a livello amministrativo e politico, che si rivelino poi persone non adatte (…) sarà necessario, prima di ogni competizione elettorale, provvedere all’effettuazione di numerose graticole…» E infatti così è andata, nella scelta dei grillini che aspiravano a fare i governatori. Quella di San Lorenzo martire, dice la leggenda, fu una graticola assai più infuocata. Si narra che il santo, a un certo punto, sfidò i suoi aguzzini: «Da questa parte son già cotto, giratemi e poi mangiatemi!».
HOTEL HOUSE Gigantesco ecomostro di 17 piani e 480 appartamenti costruito negli anni Sessanta per le vacanze a prezzi popolari a Porto Recanati, in provincia di Macerata, e oggi abitato quasi esclusivamente da immigrati. Matteo Salvini ne ho fatto il centro della sua campagna nelle Marche: «Se vinco lo butto giù».
IMPRESENTABILI Dice il vocabolario Treccani che impresentabile è colui «che non è in condizioni tali da potersi mostrare in pubblico». Gli impresentabili di questa stagione, dominatori della propaganda e della contro-propaganda delle Regionali, sono al contrario convinti di potersi mostrare in pubblico ovunque. Indimenticabile lo sketch di Maurizio Crozza: «Il più moderato di questi impresentabili è soprannominato “Mister Calibro 12”. Per dire quant’è moderato: poteva scegliere il “calibro 16”…». Conclusione: «Ma scusa, Renzi: fai fuori i gufi, cazzarola, e tieni gli impresentabili?».
LADYLIKE «Quello della Bindi era uno stile più austero, che mortificava la bellezza. Perché io mi devo mortificare? Ho deciso di andare dall’estetista ogni settimana, mi faccio le meches, mi faccio la tinta… Non ci intimidiscono. Se sono anche bella, oltre che brava, ti dà così fastidio? Il nostro stile di fare politica è uno stile LadyLike, uno stile che deve piacere…» Chissà quante volte Alessandra Moretti, cammina cammina, si è pentita di quelle parole…
MOSE Per la prima volta dopo un’era geologica Giancarlo Galan non può metter bocca nelle elezioni di quella terra di cui è stato l’incontrastato doge. Lo scandalo Mose pesa però su tutta la campagna elettorale. Anche quella delle Comunali. Tema: i veneziani schifati dalla Tangentopoli lagunare avranno deciso di buttarsi a destra o di affidarsi all’ex pm Felice Casson?
NOVI «Novi Ligure? È in Liguria». Giovanni Toti, aspirante governatore ligure, è ancora lì che si morde le labbra per il capitombolo all’esordio: come poteva ignorare che è in Piemonte? Ironie in Rete: «Farà il pesto col prezzemolo» «Vabbé, se vengo eletto chiederò l’annessione o il cambio del nome…».
ORECCHINO Per settimane aveva martellato sugli immigrati: «Una mattina mi sono svegliato / ed ho trovato l’invasor…». Finché Matteo Salvini, alla trasmissione «Un giorno da pecora», ha confessato: «Stamattina mi sono svegliato e ho visto il dramma: avevo perso il mio orecchino. Non so dove di preciso, forse in albergo a Mestre….» Drammatico.
PULITI «Alcuni candidati mi imbarazzano, ma le liste del Pd sono pulite. Alcune liste che sostengono De Luca hanno candidati che non voterei nemmeno costretto, ma il Pd ha candidati seri e puliti», parola di Matteo Renzi. Infilzato in zona Cesarini dalla «Bindi’s List»: «De Luca Vincenzo…».
QUOTE Mentre crescono le quote rosa, a Sannicola, nel Salento, il sindaco Mino Piccione (centrodestra) dice di non aver proprio trovato una donna per completare la giunta: «Purtroppo non abbiamo personalità femminili di spicco». I maschi, invece…
ROTTAMATORE - «È giunta l’ora di rottamare i dirigenti», spiegò l’allora sindaco di Firenze Matteo Renzi alla fine di agosto del 2010. Cinque anni dopo i nemici gli rinfacciano di aver riproposto alle Regionali troppi nomi «vecchi». Alcuni neppure amatissimi da lui, come Enrico Rossi, l’«usato sicuro» ricandidato in Toscana. Rossi di nome e di fatto: «Sono un comunista democratico di stampo berlingueriano».
STRAFOTTENTE De Luca visto da Giuliano Ferrara che gli ha mandato pure un «pudico bacino»: «Non è un candidato, è un Supercandidato. Ha fatto cose quasi impossibili per Salerno, è oggetto delle attenzioni cattive e banali di alcuni pm e di alcuni giornalisti ammanettati al giustizialismo de’ noantri, è un combattente senza paura e con tutte le macchie necessarie a fare buona politica in una pessima società civile, ma strafottendosene. È ‘nu ddio, per un mascalzone come me. È un tipo da cunto de li cunti».
TRILUSSA «La lumachella della vanagloria / ch’era strisciata sopra un obbelisco, / guardò la bava e disse: Già capisco / che lascerò n’impronta ne la Storia». Poesia di Trilussa citata da De Luca contro il suo avversario Stefano Caldoro. Il quale a sua volta, se avesse voluto maramaldeggiare sugli impresentabili, avrebbe potuto rispondere con altri versi del grande poeta: «La Vorpe, ner compone un ministero / chiamò tutte le bestie meno er porco: / Un portafojo a quello? Ah, no davero! / - dice - Nun ce lo vojo. E’ troppo sporco / E difatti pur’io lo stimo poco / - je disse er cane - e nun je do importanza: / ma un majale ar Governo pò fa’ gioco / p’avé l’appoggio de la maggioranza».
UMBRIA Regione rossa per eccellenza, potrebbe essere nei sogni dell’ex Cavaliere, dopo «la presa di Perugia», la sala parto della nuova destra: è l’unico posto dove si presenta unita. Dalla Lega all’Ncd. In bocca al lupo (di Gubbio).
VESCOVO «Forse in maniera improvvida il vescovo ha ritenuto di individuare in una candidata leghista… La Chiesa non può schierarsi…» Non l’avesse mai detto! Squilla il telefono e il portavoce della Curia veronese don Bruno Fasani viene interrotto bruscamente. È il vescovo Giuseppe Zenti: «Ma Don Bruno chi rappresenta? È il rappresentante mio? Dire queste cose! Al tuo vescovo!» E conferma che sì, invita i cattolici a votare la candidata della Lega Monica Lavarini. Della serie, a volte ritornano… C’è una vecchia canzone, «La predica del prete», scritta da Gualtiero Bertelli con testo di Mario Isnenghi:«E chi non vota scudocrociato / fa un grandissimo peccato / lo vol Dio, lo vol la Ciesa…».
ZANZARA «Col mio “vaffa” mi rivolgo a tutti coloro che si vogliono prendere i voti degli impresentabili e poi dicono che non ci devono votare. Ma che facce di culo!». La telefonata a «La Zanzara» di Rosa Criscuolo, candidata alle Regionali in Campania in una lista a sostegno di De Luca spopola in Rete e accusa, con toni assai coloriti, le contraddizioni di una certa sinistra del «si fa ma non si dice». Perché ce l’hanno con lei? «Forse perché ho mangiato le scaloppine con Scajola…».