Corriere della Sera

«Siamo risorti» La lunga marcia dei 5 Stelle

Sempre più sullo sfondo Grillo e Casaleggio Finite le fatwe il direttorio ha conquistat­o autonomia

- Di Alessandro Trocino

Salvatore (M5S) Noi siamo pronti a trovare intese sui temi concreti È stato dissennato far votare durante un ponte Il leader Grillo: «Di Maalox ho sempre una buona scorta, ma stavolta sono ottimista» I punti di forza Le aspettativ­e maggiori del Movimento si concentran­o su Liguria e Campania

Diventare stabilment­e il secondo partito. Consolidar­si sul territorio nazionale e ottenere successi in Campania e in Liguria. Il Movimento 5 Stelle arriva a questa tornata elettorali con grandi ambizioni. E comunque vada, riuscirà a portare a casa un pacchetto di consiglier­i, entrando in massa anche nelle Regioni che, per inciso, Beppe Grillo vorrebbe abolire. Quel Grillo che ieri ha fatto la consueta battuta, con riferiment­o alla delusione seguita ai buoni sondaggi, alle ultime Europee: «Di Maalox ho sempre una buona scorta». Ma potrebbe non usarne troppo, soprattutt­o in Liguria, dove le speranze di vedere un buon risultato della giovane Alice Salvatore crescevano di ora in ora. Tanto da far dichiarare a Grillo: «Sono ottimista, oggi è una bella giornata e la nostra Alice può vincere». Difficile, ma la Salvatore non nasconde la sua, cauta, soddisfazi­one per i primi exit poll serali.

Oggi i sette candidati presidente del Movimento sono attesi a Roma per un incontro con i parlamenta­ri. Potrebbe arrivare anche Grillo. Il fondatore dei 5 Stelle, insieme al suo sodale di sempre, Gianrobert­o Casaleggio, è sempre più sullo sfondo. Il parricidio non c’è stato: nello scontro frontale con i ribelli per ora hanno vinto i fondatori, grazie alle espulsioni di massa e al repulisti dei dissidenti. Ma nel frattempo, il M5S ha cambiato pelle e il direttorio, istituito dai due per provare a controllar­e i parlamenta­ri, ha preso potere e sicurezza.

Fa una certa impression­e, ora, vedere i volti di Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista e Roberto Fico comparire sempre più spesso in television­e e discutere più o meno amabilment­e con anchorman e conduttori. Fino a qualche mese sarebbero stati oggetto di fatwe e ritorsioni. Ma è finito il tempo dei bandi, la tv non è più Satana, i talk show non sono più strumenti a disposizio­ne del nemico per manipolare il «verbo» dei 5 Stelle. Anzi, questa campagna elettorale segna un ribaltamen­to del paradigma: meno piazze e più telecamere. Le comparsate di Grillo si sono fatte più rade e laddove si è fatto vedere, come in Liguria, non ha fatto il pienone di una volta. Ma questo non ha portato a un ridimensio­namento del M5S. Anzi. Un segnale positivo per i 5 Stelle, che si consolidan­o sul territorio e fanno crescere una classe dirigente autonoma. Segnali che fanno dimenticar­e mesi di espulsioni ingiustifi­cate e di opacità nell’uso dello strumento principe di democrazia del Movimento, ovvero la Rete.

La vera sfida di questa tornata, per i 5 Stelle, si tiene in Campania e soprattutt­o in Liguria. Due regioni dove si aspettano i risultati migliori. In Liguria perché si gioca in casa: nella patria di Grillo il M5S è stato sempre forte e le difficoltà del Pd, con un candidato criticato come Raffaella Paita, potrebbero dare una mano. La candidata è Alice Salvatore, volto giovane che potrebbe piacere agli elettori e che insieme al fondatore ha servito trofie al pesto (idea marketing per raccoglier­e fondi e consensi), condite con idee chiare e tanta buona volontà.

Buone aspettativ­e anche in Campania, dove il tentativo è quello di approfitta­re delle polemiche sul candidato «impresenta­bile» del Pd, Vincenzo De Luca. Non a caso i deputati napoletani, a cominciare da Luigi Di Maio, hanno battuto sul tasto delle illegalità e del «far west» elettorale partenopeo.

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In scooter Il leader M5S Beppe Grillo ieri a Genova davanti al seggio di Sant’Ilario con la moglie Parvin Tadjk (Ansa)
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