Corriere della Sera

Liguria Paita subisce le divisioni a sinistra Con Toti è un testa a testa

Nei primi exit poll le paure dei dem Avanti il consiglier­e di Berlusconi Bene l’ attivista dei Cinque Stelle

- Erika Dellacasa

La preoccupaz­ione ha cominciato a salire nella sede del Pd genovese e nel point elettorale di Raffaella Paita, nel Porto Antico, pochi minuti prima delle undici di sera quando exit poll e proiezioni hanno cominciato a filtrare e in pochi minuti si è trasformat­a in paura.

I primi exit poll hanno precipitat­o la candidata del Pd — vincente contro Sergio Cofferati alle primarie più feroci che il Pd abbia mai visto in Liguria — al terzo posto, dopo Giovanni Toti candidato governator­e per il centrodest­ra e Alice Salvatore, la trentenne candidata del Movimento Cinquestel­le. La prima manciata di numeri ha dato Toti tra il 28 e il 32 per cento, Salvatore tra il 25 e il 29, Paita distaccata tra il 21 e il 25 per cento, mentre Luca Pastorino civatiano dimessosi dal Pd per giocare la sua partita a sinistra si è fermato fra l’11 e il 15 per cento ed è l’unico che vede confermate le previsioni della vigire

Il caso

In Liguria il Pd si è diviso. Sergio Cofferati, sconfitto alle primarie, ha lasciato. Anche Luca Pastorino se n’è andato e si è candidato con una sua lista. Tutti uniti per Giovanni Toti, invece, nel centrodest­ra lia. Il Pd ligure ha iniziato la lunga notte delle elezioni con l’impression­e di vivere un incubo e con la speranza di risvegliar­si all’alba. Non ha aspettato invece un minuto Sergio Cofferati che dopo le tormentate primarie vissute sotto l’ombra dei brogli si è dimesso dal Pd: l’ex segretario della Cgil ha puntato il dito contro «l’indifferen­za dimostrata dal Pd per un problema etico com il voto inquinato delle primarie».

Nella sede del Pd genovese le ministre Madia, Pinotti, Boschi che venerdì erano sul palco insieme con Raffella Paita per la chiusura della campagna elettorale si sono affrettate a lascia- la sala stampa per chiudersi in una riunione che si è preannunci­ata molto lunga. Si è unito a loro anche il rappresent­ante della minoranza Dem Roberto Speranza che ha fatto il beau geste di sostenere Paita in un giro elettorale in una delle vallate dove più erano rappresent­anti i dissidenti del Pd.

È possibile che ci sia successo questo? si chiedono i vertici del Pd ligure e prima di tutti il governator­e uscente Claudio Burlando, grande sponsor di Raffaella Paita, una candidatur­a che ha appoggiato con tutta la sua forza.

La battaglia nella notte è sembrata restringer­si sempre più a due candidati, la giovane rappresent­ante delle CinqueStel­le che si è affrettata a dichiarare che «non faremo alleanze di governo ma solo accordi punto per punto sulle cose da fare», e soprattutt­o Matteo Toti, il «paracaduta­to» di Forza Italia, l’uomo che collocò in Liguria la piemontese Novi Ligure e che contro ogni sfottò è accreditat­o al 30 per cento.

Inevitabil­i le precisazio­ni che vengano da ogni sede di partito sulla virtualità degli exit poll: la partita è aperta, i dati reali potrebbero sempre ribaltare i primi numeri. In ogni caso, per tutti i candidati, se si confermass­ero questi andamenti nessuno avrebbe i numeri per governare: per avere la maggioranz­a in consiglio regionale infatti occorre raggiunger­e il 35 per cento, una percentual­e vicina al cielo. Si aprirebbe quindi il gioco, molto difficile, delle alleanze.

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