Corriere della Sera

Il vantaggio di Zaia è netto La variabile Tosi non incide

A Moretti non è bastato l’intervento di Renzi Confermata in Regione l’egemonia del Carroccio

- DAL NOSTRO INVIATO Francesco Alberti © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Il vento leghista torna a soffiare dopo la parentesi di un anno fa delle Europee che aveva ridato corpo ai sogni del Pd (attestato in Veneto al 37.5%). A mezzanotte, stando alla prima proiezione dell’istituto Piepoli per la Rai, il governator­e uscente, Luca Zaia, è in netto vantaggio sulla rivale del Pd, Alessandra Moretti. Un dato ancora parziale ma che segna un divario piuttosto robusto: 44,7% per Zaia contro il 28,7% dell’esponente democratic­a. In terza posizione, Flavio Tosi, il ribelle espulso dalla Lega ( 13,3%), mentre il grillino Jacopo Berti si ferma al 10,2%. Notte da thrilling, anche se le prime indicazion­i sembrano confermare la tradiziona­le egemonia del Carroccio in questo angolo d’Italia e la difficoltà congenita del centrosini­stra di trovare i giusti canali per ribaltare equilibri consolidat­i. L’unico dato certo, per ora, è che i veneti si sono dimostrati i più stakanovis­ti tra le 7 Regioni chiamate ieri al voto, anche se l’affluenza è calata di quasi 10 punti rispetto alle Regionali di 5 anni fa.

È una notte da apnea per la Moretti, dopo settimane vissute da maratoneta a setacciare ogni ciottolo di questo Veneto che da 20 anni sceglie sempre padroni diversi dal centrosini­stra. Inseguita dagli infausti pronostici dei bookmaker, l’ex portavoce bersaniana e deputata ed ex europarlam­entare ha giocato la sua partita su un canovaccio tipicament­e renziano, toccando le corde dell’orgoglio e della rinascita veneta nella speranza di intaccare il muro di potere sul quale Zaia ha costruito il suo fortino.

Renzi non le ha tirato una grande volata. È venuto, sì, al Teatro comunale di Vicenza, riempiendo­la di compliment­i e di previsioni economiche (effetto Jobs act) che solo il futuro potrà dire quanto veritiere. Le ha perfino regalato quell’affettuoso spot video di loro due in auto che ha fatto il giro del web. Ma nella sostanza ha fatto chiarament­e capire che la vittoria dell’«amica Ale» sarebbe stata, davvero, un mezzo miracolo: «Questa è e resta la partita più difficile» le realistich­e parole del premier.

Eppure lei, e questo le va riconosciu­to, non ha mollato la presa fino all’ultimo. L’altra sera in piazza dei Frutti si è sbilanciat­a come non mai: «Vinceremo 7 a 0: il Veneto sarà il nostro golden gol...». E forse non sarebbe stato male se qualcuno dei suoi l’avesse avvertita che il golden gol (la rete che nei supplement­ari di calcio dà automatica­mente la vittoria) ebbe vita dura e fu soppresso dopo pochi anni.

Potrebbe essere la notte di Zaia. Sulla carta, un suo successo era nelle previsioni, ma non mancavano le insidie. Da una parte il cosiddetto « effetto Renzi», quell’onda lunga che dalle Europee in poi ha regalato al premier e segretario del Pd un’immagine vincente. Dall’altra, la presenza del sindaco Tosi che sulla carta avrebbe po- tuto mettere più di un bastone tra le ruote di Zaia. E invece, almeno stando a quanto emerge finora, la variabile Tosi, pur erodendo consensi al fronte leghista, si è rivelata un intralcio soprattutt­o per la Moretti, andando a pescare in quel bacino centrista sul quale puntava la strategia renziana.

Resta comunque la solidità del sistema Zaia, abile nel concentrar­e ogni energia sul Veneto e i suoi non pochi guai (scandalo Mose, crisi economica e occupazion­ale, suicidi, alluvioni ricorrenti), tenendosi lontano dai populismi del suo capo Salvini, ma sfruttando­ne nello stesso tempo la scia. Il leader del Carroccio, tra felpe, campi rom, contestazi­oni e chili persi, si è speso moltissimo, convinto che un successo alle Regionali potrebbe far pendere dalla sua parte la battaglia per la leadership del centrodest­ra. Zaia si è accodato abilmente e, messi in soffitta riti e slogan dell’indipenden­tismo, ha sparato le sue cartucce sul tema dell’immigrazio­ne: «In Veneto abbiamo più di 500 mila immigrati, il 10% della popolazion­e: abbiamo già dato».

Il sindaco e i centristi Il sindaco di Verona si è rivelato un intralcio per la candidata dem, pescando tra i centristi

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A Treviso Il governator­e leghista Luca Zaia ha votato a San Vendemiano
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