Ceriscioli vince la sfida con Spacca L’ex governatore si ferma sotto il 20%
Il presidente uscente ha pagato con la sconfitta il cambio di schieramento
Più che una sconfitta, un’abdicazione. Gian Mario Spacca, dominatore della politica regionale nell’ultimo decennio, con tutta probabilità dovrà farsi da parte. Il passaggio di campo dal Pd renziano a Forza Italia, acrobazia trasformistica persino triste secondo i suoi avversari, non sarebbe bastato per ottenere il terzo mandato da Governatore. Le prime proiezioni diffuse dall’Istituto Piepoli-Rai nella notte indicano che il nuovo Presidente delle Marche sarà Luca Ceriscioli, 49 anni, sindaco di Pesaro dal 2004 al 2014, bersaniano alle primarie di partito nel 2012 e renziano in quelle del 2013. Sempre dalla parte del vincitore, dunque. Avrebbe ottenuto il 39,6%, contro il 31,1% del 2010. Ma in riflusso rispetto al 45,5% delle europee 2014, quelle dell’esordio di Matteo Renzi. Spacca si ferma al 15-17%. I suoi nuovi alleati del centro destra erano già crollati lo scorso anno al 13,2%, mentre nelle regionali 2010 erano al 31,2%.
Dalle Marche, antica e finora inossidabile riserva della sinistra, arriva un altro segnale chiaro: il Movimento 5 Stelle è vivo e anzi continua a crescere. L’outsider Gianni Maggi, 68 anni, fondatore di Radio Arancia negli anni Settanta, poi consulente pubblicitario, attivista nel movimento di Beppe Grillo dal 2008, ha raccolto il 24,8% dei consensi, piazzandosi al secondo posto. Buono l’esordio della formazione sponsorizzata dalla Lega Nord di Matteo Salvini, da Fratelli di Italia e An: il candidato Francesco Acquaroli, 40 anni, raggiunge il 16%.
Ma tutte le forze politiche, non conta se di governo o di opposizione, sono rimaste invischiate nell’astensionismo: forse il vero vincitore della tornata marchigiana. Ieri, rilevazione delle ore 19, il tasso di affluenza era pari al 34,2% su un 1.297.459 di elettori e secondo le stime alla fine dovrebbe attestarsi intorno al 50%. Nel 2010, alle 19 aveva votato il 32,4%, ma il turno era spalmato su due giorni e alla fine si arrivò al 62,77%. Questa volta, invece, i seggi sono rimasti aperti solo fino alle 23 di domenica. Vedremo oggi quale sarà la perdita effettiva in termini di partecipazione. L’anno scorso, per le europee, venne raggiunto addirittura il 79,46%.
I partiti, però, si occuperanno soprattutto di altre percentuali. Ceriscioli è un professore di matematica, insegna all’Istituto tecnico industriale di Urbino. La familiarità con i numeri gli tornerà utile per far quadrare il risultato delle urne con le compatibilità politiche. La legge elettorale delle Marche (ogni Regione ha la sua) prevede un turno secco e tre soglie per far scattare premi di maggioranza crescenti. Un rompicapo approvato nel febbraio di quest’anno dalla uscente giunta Spacca con lo scopo evidente di complicare la vita al partito di maggioranza, cioè al Pd. Se la prima lista si attesta tra il 34 e il 37% dei voti ottiene 16 seggi sui 30 totali. Se si piazza tra il 37 e il 40%, 17 seggi e oltre il 40%, 18 seggi. In conclusione anche con un’affermazione travolgente il margine di governabilità resta esiguo, solo tre seggi. Le cifre dicono chi ha vinto, ma non ancora come potrà guidare la Regione.