Toscana senza sorprese, si conferma Rossi
Eletto al primo turno. La Lega è il secondo partito, si dimette il coordinatore di Fi, Parisi
Non c’è stato alcun uragano a minacciare la tiepida notte della Toscana e la prima proiezione ha confermato i pronostici se pur con qualche sorpresa. In testa con un ancora ipotetico 47,1% c’è Enrico Rossi, 56 anni, figlio di contadini di Bientina (Pisa), il «comunista democratico» (come si è autodefinito) capace di sfidare il rottamatore Matteo Renzi e poi, a pace fatta, ottenere dal premier un’alleanza decisiva (ma non un’assimilazione), almeno per il bacino di elettori della provincia di Firenze (771 mila aventi diritto al voto) che probabilmente dall’analisi del voto risulterà decisiva.
Non sembra una vittoria trionfale, quella di Rossi, ma sufficiente a scongiurare l’incubo del ballottaggio, che sarebbe scattato sotto il 40%. Nel 2010 il governatore aveva ottenuto al primo mandato uno straordinario 59,7%, ma c’è da dire che una legge elettorale diversa e un Pd non a vocazione maggioritaria, aveva ottenuto il 42,2% dei voti e gli altri erano arrivati dagli alleati Idv, Federazione sinistra-Verdi e da Sel.
Al secondo posto (e questa sarebbe la vera sorpresa elettorale) con il 18,8% si sarebbe classificata la Lega Nord (appoggiata da Fratelli d’Italia) guidata dall’economista milanese Claudio Borghi, un successo straordinario, se confermato, che triplicherebbe i voti ottenuti alle amministrative del 2010. Al terzo posto il pentastellato Giacomo Giannarelli con un deludente 16,5.
Dalle prime proiezioni sembra venir fuori anche un dato deludente di Forza Italia (presente con la lista Lega ToscanaPiù Toscana avrebbe ottenuto il 9,9%) con il candidato Stefano Mugnai, 46 anni, consigliere regionale uscente scelto dopo una lotta intestina tra Verdini e Bergamini. Denis, che nel 2000 contribuì a far ottenere all’ex ministro Altero Matteoli il 40%, nove punti in meno del candidato della coalizione di centrosinistra Claudio Martini. Ieri sera (prima dei risultati) il coordinatore regionale di Fi, Massimo Parisi, ha annunciato le dimissioni.
Passione per la Toscana (liste di Area popolare e civiche di centrodestra moderato) capitanata Giovanni Lamioni, ha ottenuto 1,9.
Vicina al 5% (soglia di sbarramento) la lista di sinistra radicale Sì-Toscana a sinistra, guidata da Tommaso Fattori. Nel 2010 Rifondazione, Sel e Verdi (che si allearono al Pd) ottennero il 9,1%. L’ex leghista aretino, Gabriele Chiurli (Democrazia Diretta) è allo 0,8%.
L’astensionismo ha pesato sul risultato delle votazioni. Più della metà dei toscani ha disertato le urne. Nel 2010 avevano votato il 60,71% degli aventi diritto (79,13 alle politiche del 2013e 66,72% alle europee 2014).
Ceriscioli C’è chi lavora per il cambiamento, come il Partito Democratico, e c’è chi dice tanti no e porta i voti sui tetti del palazzo senza tradurli in progetti concreti