Corriere della Sera

Testa a testa Marini-Ricci L’affluenza non aiuta il Pd Cinquestel­le resta al palo

- DALLA NOSTRA INVIATA Mariolina Iossa © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

L’Umbria resta «rossa» oppure no? Il dato dell’affluenza è meno negativo di quanto si temesse fino a ieri mattina. E’ andato a votare il 56 per cento degli aventi diritto, un dato che era considerat­o positivo nell’entourage della favorita candidata uscente del centrosini­stra Catiuscia Marini, 47 anni, perchè aiutato la sua riconferma alla guida della Regione. E invece si prospetta un testa a testa con addirittur­a un minimo vantaggio per l’altro candidato forte, il sindaco di Assisi Claudio Ricci, l’uomo che è riuscito a coalizzare sotto il suo nome tutto il centrodest­ra, da Forza Italia ad alcuni esponenti di Ncd e Udc, con anche Fratelli d’Italia, ben 16 liste civiche e finanche la Lega Nord di Salvini. Ricci poche ore dopo la chiusura si attesta al 41,5%, mentre Marini si ferma al 40,1%.

A questo punto si prospetta non solo un testa a testa ma anche un possibile colpo di scena da qualcuno paventato nei giorni scorsi, anche a causa di un temutissim­o astensioni­smo che invece non è stato poi così clamoroso Terzo incomodo, il candidato di M5S, Andrea Liberati (14,8%).Non è stata una campagna elettorale esaltante. Per alcuni noiosa, per altri sempliceme­nte corretta e senza colpi bassi. Le uniche note di colore, il fai-da-te di Ricci -— il suo minibus, la Panda, la jeep, con cui ha girato la Regione, e il suo cellulare, di cui quasi non c’è umbro che non abbia il numero — e gli attacchi dell’ultima ora di Catiuscia Marini a Salvini e al M5S, dopo giorni di quiete nei quali la candidata uscente ha visitato senza sosta imprese e aziende di tutto il territorio.

Non sono però mancate le polemiche per la nuovissima legge elettorale regionale, che prevede premio di maggioranz­a del 60 per cento, senza soglia minima, chi ottiene anche un solo voto in più prende 12 seggi. Inoltre, turno unico e niente voto disgiunto. La legge, hanno denunciato i Cinquestel­le, potrebbe essere incostituz­ionale. Otto i candidati, e un proliferar­e di liste civiche ma solo due veri contendent­i, l’uscente Marini, sostenuta dal Pd tutto, non solo i renziani ma anche i bersaniani, e da alcune liste civiche, e Claudio Ricci, amato sindaco di Assisi, che è riuscito a coalizzare sotto il suo nome tutto il centrodest­ra, da Forza Italia ad alcuni esponenti di Ncd. La troppa calma aveva preoccupat­o i pezzi grossi, tanto da spingerli a scendere in campo personalme­nte, alla vigilia, Silvio Berlusconi prima e Matteo Renzi dopo, per scongiurar­e l’astensioni­smo.

E del resto, quello dell’astensioni­smo è stato il timore più grande, fino alla bella mattinata di sole di ieri.. La domanda era: andranno al mare, al lago o resteranno nelle città e nei paesi e voteranno? Alle 19 aveva votato il 39,9 per cento, contro il 34,5 del 2010, quando tuttavia si votò in due giornate, e alla fine è passata anche la paura dell’astensioni­smo, paura soprattutt­o nella coalizione di centrosini­stra, perché un dato di affluenza inferiore al 50 per cento avrebbe potuto mettere seriamente a rischio la riconferma della Marini, e strappata via anche la Regione, dopo il colpo di scena di un anno fa, quando vinse a sorpresa, nel capoluogo, il giovane avvocato di Forza Italia Andrea Romizi, diventato sindaco di Perugia dopo 70 ani di dominio della sinistra in città.

Marini Abbiamo dimostrato serietà e rigore nell’amministra­zione delle risorse pubbliche, con conti in ordine nella sanità e capacità di utilizzo delle risorse Ue

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