Si vota anche in 742 comuni A Venezia test per Casson
Il test di Venezia per Felice Casson, la «sfida» di Mantova (una delle ultime roccheforti di centrodestra in Lombardia), la partita di Segrate che è diventata «una notizia» da quando Silvio Berlusconi ha sbagliato comizio, presentandosi a quello del candidato del centrosinistra. In mezzo alle sette competizioni regionali, di cui tutti parlano per capire gli equilibri politici del governo Renzi, ci sono anche 742 Comuni italiani chiamati alle urne, con 17 capoluoghi di provincia. Affluenza complessiva del 64,07%, in ribasso di oltre sette punti rispetto al 72,67% delle ultime comunali.
Le «partite» più sentite sono quasi tutte nel nord Italia. In Laguna, dopo l’arresto di Giorgio Orsoni per lo scandalo del Mose e il commissariamento durato un anno da parte del prefetto Vittorio Zappalorto, se la vedono Casson — appunto — per il Pd e Luigi Brugnaro per il centrodestra. Un magistrato, il primo. Uno dei cosiddetti «dissidenti» dei democratici che una decina di anni fa ci provò e venne sconfitto nelle primarie interne al centrosinistra da Massimo Cacciari. Brugnaro invece è un imprenditore, proprietario della squadra di basket, che però si trova con un centrodestra spezzettato: la Lega ha il suo candidato, Fratelli d’Italia pure. L’altra sfida che conta è a Mantova: dove si trovano di fronte Mattia Palazzi (Pd) contro Paola Bulbarelli, sostenuta da Fi, Fdi e Lega. Una giornalista contro un dirigente di un’associazione culturale: il sindaco uscente, Nicola Sodano, non si è ricandidato dopo il suo coinvolgimento in una maxi inchiesta sulla ‘ndrangheta. Se vince il centrosinistra (che perse nel 2010, dopo aver governato per 65 anni), dei capoluoghi lombardi al centrodestra resterà solo Varese. Degli altri Comuni, avranno un nuovo sindaco anche Lecco (dove il piddino Virginio Brivio, che spera nel bis, ha «assoldato» anche Mike Moffo, comunicatore dello staff di Obama), Rovigo, Chieti, Matera, Vibo Valentia, Fermo e Macerata, Andria e Trani, Nuoro, Sanluri e Tempio Pausania in Sardegna, Agrigento ed Enna in Sicilia, Arezzo in Toscana. Si vota anche in dieci centri del Friuli Venezia Giulia, nessun capoluogo di provincia.
Il primo sindaco eletto è nel salernitano, a Sassano. Si tratta di Tommaso Pellegrino, 42 anni, riconfermato per altri cinque anni. Prima della chiusura delle urne, è stato il superamento della soglia del 50% dei votanti a sancire la vittoria di Pellegrino, unico candidato in corsa. Situazione opposta in due comuni del bergamasco: niente quorum, niente sindaco. Nel Lazio, ad Arcinazzo, in campo il più longevo sindaco d’Italia dopo Ciriaco De Mita: si tratta di Giacomo Troja, 84 anni. Tra gli episodi, quello di Taranto, dove il sindaco Ezio Stefano è stato «respinto» al seggio: la sua tessera elettorale era scaduta, per le regionali ha dovuto rifarla. A Monte Martano (Spoleto) operazioni di voto interrotte per un’ora a causa delle zecche. A Venezia la Lega denuncia disservizi in due sezioni del centro storico (smentite dagli organizzatori). In Puglia, nel brindisino, rissa davanti al seggio tra due candidati. Le elezioni, si sa, accendono gli animi.