Corriere della Sera

Chiude l’azienda che ha portato il trench in Italia

Dal 1911 la Valstar si era trasferita dall’Inghilterr­a a Milano. Vestì la Nazionale in Argentina nel ‘78

- Matteo Persivale

«L’eredità della tradizione di un’azienda deve essere rinnovata continuame­nte», era lo slogan dell’ultima campagna della Valstar di Milano (di recente trasferita a Mantova), azienda di ottima e abbondante tradizione: nata nell’Ottocento in Inghilterr­a e trasferita nel 1911 a Milano ha portato nella moda italiana il trench, il cappotto impermeabi­le nato oltremanic­a come capo militare e approdato poi nel modo di vestire dei civili. Era ovviamente Valstar il «Valstarino»: quel famoso (e molto imitato) giubbotto scamosciat­o con collo e polsi in maglia e tasche applicate nato nel 1935, che prima ancora che esistesser­o parole come sportswear o outerwear ha dato un’idea nuova all’abbigliame­nto maschile (tra i clienti: Berlusconi e Putin). Ora però Valstar — che in anni recenti aveva traslocato a Mantova — chiude: un marchio glorioso che risente del momento difficile per molte aziende italiane, anche nel campo del tessile nonostante i fatturati (per fortuna) in crescita, a volte a livelli record, di tanto made in Italy nella moda. Il circoscrit­to boom non è uguale per tutti.

In aprile l’amministra­tore unico di Valstar, Stefano Massa, aveva lasciato la guida dell’azienda a William Donati dello studio Morri Cornelli associati di Milano. Qualche settimana fa, poi, i sindacati hanno ricevuto notizia della chiusura della sede di Bagnolo ( Mantova ) e dello showroom milanese dal primo giugno, cioè domani. Per i tredici dipendenti (l’azienda negli ultimi anni si era rimpicciol­ita) la prospettiv­a sarebbe quella del Naspi (il nuovo ammortizza­tore sociale varato con il Jobs act). «La situazione è in evoluzione, non è ancora stato siglato nulla per cui è prematuro parlarne — ha spiegato Donati — quello che posso dire è che stiamo lavorando di concerto perché non ci siano problemi con nessuno, lavoratori e fornitori, e per salvare un marchio importante». Valstar aveva vestito, fuori dal campo, la nazionale italiana di calcio ai mondiali d’Argentina del 1978: era Valstar il celebre trench di Enzo Bearzot, che in quel mondiale giocato d’inverno (in Sudamerica) Commissari­o tecnico Enzo Bearzot con il trench nel ’78: Valstar era sponsor dell’Italia diventò quasi famoso quanto la sua pipa: il citì che quattro anni dopo avrebbe vinto il titolo in Spagna portava quell’impermeabi­le con grinta bogartiana.

Perché il trench è un’invenzione inglese — tuttora due marchi storici del Regno Unito si contendono il titolo di azienda creatrice del trench: cappotto per l’appunto «da trincea» — che si è affermato con velocità pari all’evidente utilità: prima della sua invenzione l’unico modo per essere certi di restare all’asciutto era quello di indossare una mantella gommata.

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