Corriere della Sera

La poetessa della libertà ora ha meno segreti

- Di Giovanni Russo

Cupo e sinistro come 500 anni fa, il castello dove visse e fu trucidata la poetessa Isabella Morra domina tuttora la valle dall’alto del borgo antico di Valsinni, non lontano da Matera. Non ci si può non domandare come la donna — aveva poco più di vent’anni quando i fratelli la ammazzaron­o nel 1546 a causa di un sospetto legame sentimenta­le con il poeta spagnolo e barone Diego Sandoval de Castro — non sia impazzita nel rimanere prigionier­a di questo claustrofo­bico maniero e sia riuscita invece a tradurre in versi struggenti il proprio disperato anelito di libertà.

Il luogo si chiamava Favale e il feudo appartenev­a ai baroni Morra. Nel 1528 il padre di Isabella, dopo la vittoria dello spagnolo Carlo V per il possesso della penisola e la sconfitta di Francesco I di Francia cui era alleato, emigra a Parigi. Isabella non lo rivedrà più e per lei, costretta a vivere in quel borgo isolato insieme con altri sei fratelli incolti e brutali, diverrà il simbolo dell’agognata libertà. Potrà tuttavia studiare, poi comincerà a comporre versi petrarches­chi. Consapevol­e del proprio talento,sente l’esigenza di incontrare artisti e poeti, invece «son costretta a menar il viver mio/ qui posta da ciascuno in cieco oblio» scrive, «fra questi aspri costumi/ di gente irrazional, priva d’ingegno».

Architetta la fuga. I fratelli mal tollerano la superiorit­à morale e culturale della sorella, e in assenza del padre si sono arrogati il diritto di spiarne ogni mossa e controllar­ne la corrispond­enza. Quando riescono a inter- cettare lettere e poesie che lei scambiava con Sandoval tramite il suo pedagogo, decidono di «salvare l’onore della famiglia» uccidendo quest’ultimo, poi Isabella, infine Sandoval.

La natura della relazione fra Diego e Isabella non sarà mai accertata, ma il canzoniere della Morra non lascia dubbi: le sue liriche non anelano all’amore ma alla libertà. La prima pubblicazi­one delle poesie è di Ludovico Dolce in Rime di diversi illustri signori napoletani nel 1552. Da allora, i suoi scritti sono stati ristampati e analizzati più volte, anche da Benedetto Croce. La sua tragica vicenda è divenuta leggenda: ha ispirato biografie, racconti, film e testi teatrali. La più recente ricerca d’archivio ha portato alla luce nuovi inediti particolar­i, cui ha attinto la studiosa lucana Gaetana Rossi, che proprio nel tempo che ha visto Matera eletta capitale europea della cultura in Stella Avversa (deComporre Edizioni, pagine 130, € 11) non solo analizza il canzoniere della Morra, ma arricchisc­e con precisione minuziosa dettagli sconosciut­i della sua vita.

 ??  ?? Il castello di Valsinni, in Basilicata, dove nacque, visse e venne uccisa la poetessa Isabella Morra (15201546): le sue poesie vennero pubblicate per la prima volta nel 1552
Il castello di Valsinni, in Basilicata, dove nacque, visse e venne uccisa la poetessa Isabella Morra (15201546): le sue poesie vennero pubblicate per la prima volta nel 1552

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy