La Juve anti-Messi Tiri da lontano e spirito da grande
Allegri: «Ho già voglia di ricominciare»
Massimiliano Allegri, dunque, non ha abolito la vacanza, come Antonio Conte che trascinò tutti a Vinovo a rivedere il film del pareggio (2-2, uguale) con il Verona. Riposo confermato, prima della settimana più importante del terzo millennio bianconero. Vacanza, ma social accesi. Il club: «Il conto alla rovescia per la UCLFinal è iniziato. Ceneandiamo a Berlino». Max Allegri: «Da Verona a Verona, 38 giornate per confermarsi campioni. Non vedo l’ora di ricominciare, ma prima c’è ancora qualcosa da finire... » . Claudio Marchisio: «Berlino si avvicina». Leonardo Bonucci sottolinea il suo stakanovismo: «Opta: Bonucci il giocatore con più minuti in questo campionato: 3015 » . Carlos Tevez ringrazia i compagni e il mister e conferma che la vita è sogno: « Vamos x el sueño».
Far diventare realtà il sogno: la missione-Juventus. Partendo da sfavoriti ma con due punti fermi su cui lavorare per fermare Leo Messi (e tutti gli altri). Innanzitutto questi cinguettii felici denotano il primo dei due puntelli della strategia bianconera per Berlino. Uno: la convinzione di essere una grande squadra, ormai alla pari delle migliori d’Europa, delle più ricche e vincenti degli ultimi anni, dal Real Madrid al Bayern, dal Barça alle inglesi. Questa convinzione resiste anche alla prova non molto concentrata di Verona e all’irritazione di Allegri. Questa squadra può avere momenti di amnesia o di sbandamento, può subire gol, può perdere ma mentre fino a sette mesi fa, allo 0-0 tremebondo con l’Atletico Madrid, con cui Madama si qualificò agli ottavi di finale, affrontava l’Europa senza la sicurezza che aveva in Italia, ora può affrontare qualsiasi gara con determinazione.
Oltre i doverosi rilievi di Allegri per le disattenzioni con il Verona, alla Juventus sono sicuri di aver raggiunto quel livello per cui, quando il gruppo accelera, quando cambia marcia, può fare la differenza. La Juventus attuale sa giocare, sa adeguarsi all’avversario, sa spingere e mettersi in trincea. A questo proposito con il Barcellona sarà un confronto non solo con l’attacco, 108 gol nella Liga, ma anche con la difesa: 21 subiti. La Juventus ne ha presi 24 ma 10 nelle ultime 9 giornate, quando la Champions, da tentativo quasi disperato è diventata prioritaria con lo scudetto già conquistato.
L’altro dato è che, da quando il quarto titolo consecutivo è stato archiviato, la Juventus ha interpretato meglio le partite più impegnative, almeno per il nome delle avversarie, quelle con l’Inter e con il Napoli. Anche questo è un segno della maturità. A traguardo superato, il gruppo, anche con le seconde linee, si compatta quando lo sfidante è di rilievo. E comunque dopo la vittoria del campionato, la Juventus, anche rilassata, non ha mollato quasi nulla.
Accanto a questa consapevolezza c’è un dato statistico che può essere interpretato anche tatticamente: la Juventus ha i tiratori da lontano migliori d’Europa. Infatti ha segnato, con il capolavoro di Pereyra a Verona, 22 gol da fuori area, 6 più di ogni altra squadra nei cinque maggiori campionati europei. Contro una difesa come quella del Barça, simile per compattezza a quella bianconera, questa può risultare una risorsa importante. Dopo il giorno di vacanza, il Media Day Champions League. Allegri porta la Juventus ad allenarsi allo Stadium ad uso e consumo dei media stranieri, soprattutto le tv. All’ultimo, nel 2003, mancava il giocatore più importante, Pavel Nedved. O meglio c’era ma era come non ci fosse. Adesso ci sono tutti. Ottimismo.