Corriere della Sera

Toni, l’arte del gol che lo avvicina al mitico Piola

- Di Mario Sconcerti

È stato un campionato in cui si è cercato un modo diverso di fare gol. È invecchiat­o il 3-5-2 ma non è riuscito a imporsi il 4-2-31 che piace invece all’Europa e senza il quale si sembra tutti sempre un po’ scolari. Ci si è in sostanza adattati a un 4-3-3 all’italiana, cioè senza ali vere, ma attacchi pieni di trequartis­ti. Un ibrido mediterran­eo, o più sempliceme­nte un’invenzione. Il risultato complessiv­o non è male. Una cinquantin­a di reti meno dello scorso anno, molto vicino a mille, un passo indietro rispetto alle ultime due stagioni, ma non ancora un avvertimen­to. Garcia ha appena finito di dire che c’è stato un avversario troppo superiore a tutti gli altri, la Juve. Questo è quello che abbiamo pensato tutti, poi si scopre che la Juve ha fatto circa i punti che ha fatto un anno fa la Roma. Se la Roma si fosse soltanto ripetuta sarebbe stata all’altezza dei campioni. La realtà sta dentro un maggiore equilibrio, sono aumentati i pareggi che messi insieme hanno tolto quasi cento punti in generale. È questo che ha fatto sembrare tutto molto più vicino di quel che era. Il fenomeno del campionato è stato Toni, i suoi 22 gol a 38 anni. Non una cosa improvvisa, anzi, quasi la conferma arrogante di una diversità che non conosce tempo. Toni ha mezzi tecnici atipici, non ha una buona corsa, sembra sempre inciampare sulle sue gambe. Ma ha una straordina­ria corsa per il calcio, sporca le direzioni, è impossibil­e interpreta­rne anche i movimenti elementari. Fa piacere abbia vinto la classifica del gol, perché ha 38 anni, perché Icardi gli è arrivato comunque alla pari, e perché con Toni si ha sempre l’impression­e di aver sbagliato qualcosa, di aver sottovalut­ato l’insieme, come quando al Politecnic­o di Zurigo bocciarono il giovane Einstein. Toni cinque anni fa giocava negli Emirati, poi nella Juve a far numero, poi nella Roma per la stessa cosa, poi ancora la Fiorentina. Oggi ha segnato 42 reti in due stagioni al Verona. C’è qualcosa di indefinibi­le nella sua differenza, come il petrolio nel giardino di casa. Ma se c’è il petrolio, non può essere casa mia. E invece sì, con la qual cosa Toni si candida a diventare il più grande centravant­i dopo Piola. Lo so, ne possiamo ancora discutere. Ma cominciamo a vedere la storia del gol anche da questa angolazion­e.

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