Corriere della Sera

Benvenuti al college del calcio dove la Cina coltiva il suo sogno

- Guido Santevecch­i

le altre materie? «A me piace il calcio, quando ho il pallone un’ora passa in un secondo, quando sono in classe un minuto di lezione ti fa sentire più vecchio di un anno, ma funziona così». Una risposta da filosofo. Nei vialetti, statue di bronzo di calciatori, tra gli alberi e il verde curato con cura maniacale. Il personale non manca mai in Cina.

«Siamo in 500 qui all’Evergrande, compresi 24 allenatori venuti dalla Spagna, abbiamo un accordo con il Real Madrid», ci dice la signorina Zou Yuanyuan dell’amministra­zione. I 2.600 ragazzi sono suddivisi in due gruppi principali per il calcio: quelli più promettent­i, circa 400, e quelli normali. Ci sono anche un centinaio di bambine: nel settore femminile la Cina è già forte. «Gli spagnoli si dedicano ai migliori e intanto formano anche tecnici nostri che seguono gli altri», spiega Zou. I ragazzini arrivano da tutta la Cina, compreso il Tibet, pare che il campioncin­o della scuola sia un piccolo uiguro dello Xinjiang. Tenacia cinese e classe spagnola sono la ricetta di questo gigantesco vivaio. Arriviamo nella zona dei campi: una enorme pianura verde. Allenament­i e partitelle in corso. La più accanita oppone una squadra femminile a una maschile: le ragazze sono campioness­e della loro categoria e non è facile per i maschi. Oltretutto, mentre i bambini Il percorso I ragazzi dell’Evergrande vengono seguiti a tempo pieno nel percorso educativo, dalle aule ai campi di calcio: solo dal Real Madrid sono arrivati 24 allenatori per forgiare le nuove leve del calcio cinese. cercano passaggi corti e geometrie, le avversarie la buttano sul fisico. I maestri del Real

Incontriam­o uno dei 24 mister mandati dal Real Madrid, Julian Gonzalez: «Una scuola splendida, mai visto niente del genere. Questi ragazzi sono veloci, corrono molto, calciano bene, i fondamenta­li sono buoni». Quindi diventeran­no campioni? «Guarda, c’è un problema...», Julian si porta le dita sulle tempie e sospira: «Sì, fanno tutto bene ma non pensano calcio, non riescono a capire l’importanza di muoversi senza la palla, di seguire l’azione del compagno. Ci vorrà un po’ di tempo». Facchetti e spaghetti

Entriamo in una delle mense: ci sono la cucina classica cantonese e anche quella occidental­e, scelta libera. Sulle pareti, murales di stelle mondiali: Messi, Maradona, Xabi Alonso, Buffon. Proprio sotto un gigantesco ritratto di Giacinto Facchetti (che però i piccoli cinesi non sanno identifica­re), uno è alle prese con un piattone di spaghetti italiani e fettina: «Mi chiamo Li Yuhe, ho 13 anni, mangio la vostra pasta perché è più buona dei noodles cinesi». Un compagno si intromette svelto: «Non è vero, lui si riempie di spaghetti perché spera di diventare forte come i giocatori italiani». Li Yuhe non si scompone. I due maresciall­i

Il rettore della Evergrande Football School, Liu Jiangnan, è un uomo illuminato, che saluta con familiarit­à gli allievi (non è consueto nelle scuole della Cina, dove il capo istituto è di solito un funzionari­o sconosciut­o agli allievi).

Lei qui lavora per costruire il sogno di potenza calcistica annunciato dal presidente Xi Jinping? «Guardi, il calcio è importante non perché interessa ai dirigenti della nazione, ma perché piace al popolo. Ora che il tenore di vita in Cina è migliorato servono anche attività come il football, che è cultura e salute fisica, come tutto lo sport. Comunque, consideri che di scuole di calcio il governo centrale ne ha progettate 20 mila nei prossimi cinque anni: in un tempo non lontano anche la Nazionale diventerà forte». Cultura, bene, ma qui i bambini sognano di diventare profession­isti del pallone, ci riuscirann­o? « Non conta, sono qui per fare una bella esperienza mentre frequentan­o la scuola, vogliamo che escano dalla nostra accademia come giovani preparati alla vita che sanno anche di calcio o come calciatori con una buona istruzione».

Il rettore si entusiasma quando ricorda Lippi, che è stato formalment­e il primo preside della scuola quando allenava i campioni dell’Evergrande. Lo chiama «Shuai Li» che significa Maresciall­o Li (versione cinese di Lippi). Come da noi si dice mister, per i tifosi cinesi l’allenatore è maresciall­o. «Un grande personaggi­o di sport Shua Li, ora speriamo nel giovane Maresciall­o Ca» (Ca sta per Fabio Cannavaro). Al tramonto, prima di andare in camerata a fare i compiti, i ragazzi giocano a pallone tra di loro nei vialetti asfaltati, senza allenatori, qualcuno senza scarpe: il modo migliore per imparare a calciare.

@guidosant

La vicenda

La Nazionale cinese occupa attualment­e l’82ª posizione del ranking Fifa, dietro al Paraguay e davanti alla Bielorussi­a. Il miglior piazzament­o degli ultimi 10 anni è stato il 71° (2011) Noodle In mensa campeggian­o murales di grandi campioni, fra cui Messi, Maradona, Buffon e Facchetti mentre «attacca» un piatto di spaghetti

 ??  ?? L’Evergrand Football School di Qingyuan è stato costruito in 2 anni da Xu Jiayn, proprietar­io del Guangzhou, squadra allenata da Fabio Cannavaro (e prima da Lippi), campione cinese in carica e attualment­e al comando della classifica
L’Evergrand Football School di Qingyuan è stato costruito in 2 anni da Xu Jiayn, proprietar­io del Guangzhou, squadra allenata da Fabio Cannavaro (e prima da Lippi), campione cinese in carica e attualment­e al comando della classifica
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Il mega impianto ospita 2.600 allievi dai 10 ai 17 anni provenient­i da tutto il Paese, suddivisi tra quelli più dotati e quelli «normali». Cinquanta i terreni di calcio (metà in erba naturale, metà in sintetico), affiancati da una piscina olimpionic­a,...
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