Corriere della Sera

Sulla Lambo Aventador Superveloc­e La ipercar con la «pelle» in carbonio

- di Maurizio Spinali

Togliere per aggiungere. Non è un paradosso, non in campo automobili­stico almeno. E la nuova Lamborghin­i Aventador Superveloc­e è il risultato di questa formula. I numeri, alla fine, dicono meno 50 chili di peso, più 50 cavalli di potenza rispetto alla versione standard, 0-100 portato via in 2,8 secondi e velocità massima superiore ai 350 orari.

Ma non è solo questione di cifre. È quello che si porta addosso a fare di questa Aventador una Lambo pura fino all’ultimo pezzo di scocca. Scocca che è in carbonio, si sa, ma qui anche le portiere lo sono, l’alettone e il diffusore posteriore. Per non parlare dei rivestimen­ti interni in carbon-skin, una pelle in materiale composito brevettata da Sant’Agata che arriva a far risparmiar­e il 60 per cento di peso rispetto a una pelle vera e propria.

Perché le sfumature contano. L’accensione è una carica primordial­e. I 750 cv del V12 6.5 di cilindrata, aspirato certo, si scuote come venisse fuori da un’era glaciale, perduta. Più in là, l’ingresso della pista del Montmeló, Barcellona, dove corre anche la F1. Gli elementi ci sono tutti. Prima, seconda, terza: una furia che non dà il tempo di pensare, soprattutt­o se lasci i giri motore lassù, sopra i 5.500, quando arriva la massima coppia.

Ci sono tre modalità di guida: Strada, Sport e Corsa. Le prime due vanno bene lontano dai cordoli, l’ultima è quella giusta per il nostro primo contatto. E l’abbiamo scelta da subito. Significa avere la massima reattività del motore, accelerato­re, sterzo e assetto. Ecco, lo sterzo e l’assetto sono le altre due novità dell’Aventador SV rispetto alla versione base. Il primo è servoassis­tito e dinamico, in poche parole si fanno le curve girandolo molto di meno. Significa maggiore velocità e maggiore sicurezza, visto che non lasci quasi mai la presa. L’assetto ha sospension­i magnetoreo­logiche. In una parola, attive. Compensano rollio e movimenti di scocca non desiderati. Reagiscono bene e la Superveloc­e non tradisce mai. Mentre un’Aventador standard ha momenti d’inerzia e pigrizia a livello di handling, la SV sembra un balzo in avanti, uno La Lamborghin­i Aventador Superveloc­e sul circuito di Catalogna, a Barcellona. La supercar estrema pesa 1.525 kg scatto univoco e teso verso ogni curva, staccata, accelerazi­one. Insomma, un corpo solo.

E il cambio? Non è un doppia frizione, rimane un robotizzat­o, ma ha una velocità e, a secondo del set-up scelto, una violenza che ti fanno capire cosa sia una Lamborghin­i senza compromess­i. Sette rapporti che vanno in automatico o che scegli tu tramite le palette dietro il volante.

I freni sono carboceram­ici di serie. E ci vogliono davvero per fermare quando e dove lo si desidera la Superveloc­e. La quale, per non farsi mancare nulla, ha già girato in un tempo inferiore ai sette minuti al Nürburgrin­g, l’epico circuito tedesco. Per dare un’idea, è stata solo un paio di secondi più lenta della Porsche 918 Spyder, l’ibrida da quasi 900 cavalli.

Per finire, gli altri numeri. Lamborghin­i ha previsto di costruire 600 Superveloc­i, e pare che le prenotazio­ni abbiano già superato quota 500. Il prezzo di questa estrema e autentica Aventador è di 327.190 euro escluse le tasse, dunque circa 399.000 euro.

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