Liguria, Toti può governare (per un soffio)
Il candidato di FI ottiene la maggioranza di un consigliere. Sonia Viale sua possibile vice Terremoto pd, si dimette il segretario regionale. La candidata sconfitta: battaglia su tutto
«Non abbiamo bisogno di cercare nessuna alleanza, abbiamo i numeri e andiamo avanti da soli». Giovanni Toti ha detto di essere convinto di poter garantire la governabilità della Liguria appena conquistata con il 34,4 per cento dei consensi. Con il gioco dei resti la coalizione di Toti totalizza infatti 15 consiglieri su 30, a cui si aggiunge lui come presidente: 5 vanno alla Lega, 3 a Forza Italia, uno a Fratelli d’Italia e 6 entrano dal suo listino. I quindici dell’opposizione sono così distribuiti: Pd e liste civiche per Paita portano a casa 8 consiglieri, un consigliere tocca a Rete a Sinistra con il civatiano ex pd Luca Pastorino, 6 infine al M5S capitanato da Alice Salvatore. Una maggioranza affidata quindi a un solo voto di scarto, ma tanto basta al centrodestra almeno per iniziare a governare. Il risultato tuttavia obbligherà Toti a nominare parecchi assessori esterni, almeno cinque su sette, per assicurarsi che in consiglio sia sempre presente un numero più alto possibile di consiglieri. Toti dovrà anche fare i conti con il peso della Lega (con il 20,25 per cento primo partito della coalizione) che ai suoi cinque eletti ne aggiunge altri due compresi nel listino, sarà quindi la leghista Sonia Viale, già sottosegretario per il ministro Maroni, la vice del nuovo governatore e probabilmente avrà anche una delega alle infrastrutture o alla sicurezza. La ligure Viale sarà una donna chiave nella guida della Regione.
Incerto invece il ruolo di Edoardo Rixi. Primo candidato della Lega che ha compiuto il «passo indietro» per far posto a Toti, ha totalizzato 11 mila preferenze ma il suo futuro potrebbe giocarsi soprattutto nel partito di cui è già vicesegretario. Sulla maggioranza che Raffaella Paita ha definito «risicatissima» punta la candidata del Pd, uscita sconfitta, per insidiare la vittoria di Toti: «daremo da subito battaglia, su tutto» ha annunciato. Salvatore ha confermato che i 5 Stelle non faranno alleanze di nessun tipo ma «sosterranno le proposte che sono valide, nel merito». Anche senza appoggi, la coalizione di centrodestra è sicura di una cosa, come dice Sandro Biasotti, ex governatore della Liguria: «qui, noi, ci restiamo cinque anni». E si sta già guardando intorno per capire se è possibile fare campagna acquisti. Sul fronte degli sconfitti intanto si apre la stagione dei bilanci amari: il Pd ligure ha convocato una direzione regionale per domani e la riunione si aprirà con le dimissioni del segretario Giovanni Lunardon: «dobbiamo assumerci le nostre responsabilità per quello che è accaduto a cominciare da me». E ha invitato il partito a non avviare «una resa dei conti».