Censurato il film sulla prostituzione: in Marocco minacce e attori aggrediti
Il governo proibisce «Much Loved» di Ayouch: offende la morale. L’autore vive scortato
stato ferito per strada, non gravemente, con un coltello.
Loubna Abidar, la protagonista del film in qualità di Nouha, è l’unica attrice professionista. Le altre tre ragazze sono state scelte dopo molti provini, conoscono il mondo della prostituzione ma non ne fanno parte. « La sceneggiatura e l’idea del film mi sono piaciuti, e per questo che ho accettato la parte — ha detto Abidar due giorni fa alla radio marocchina Plus —. Non capisco una reazione simile, bisognerebbe avere visto il film per giudicare. Ricevo minacce di morte sul cellulare e sul telefono di casa, se la prendono anche con la mia bambina, hanno creato una pagina Facebook con il mio indirizzo». Ora Loubna Abidar è sotto protezione in una località segreta con le altre tre attrici, e il regista Nabil Ayouch ha una guardia del corpo e due agenti che piantonano l’entrata del suo ufficio a Marrakesh.
«La prostituzione esiste, non ho voluto certo sporcare l’immagine del Marocco. Quelli che la macchiano sono coloro che proibiscono il film. Da 15 anni la libertà di espressione fa enormi passi avanti, ma con questa messa al bando viene tutto azzerato. Io ho voluto mostrare un pezzo di realtà, dire tutto, senza concessioni né falsi pudori», dice Nabil Ayouch, che si è calato per un anno e mezzo nella vita notturna di Marrakech per girare Much Loved.
Su Internet sono finiti alcuni spezzoni del girato, sacrificati in fase di montaggio. Nel film è rimasta invece la scena, vista già oltre un milione di volte online, in cui le ragazze vanno in taxi a una festa. Il linguaggio è crudo, la più esperta chiede «Randa, sai fare un 8 con il sedere?
Il profilo
Nabil Ayouch (46 anni) è un regista francomarocchino. Nel 1998 il suo film «Mektoub» fu selezionato per rappresentare il Marocco agli Oscar; nel 2012 ha girato «Les Chevaux de Dieu» ispirato agli attentati di Casablanca del 2003 Stasera ci saranno almeno sei tonnellate di puttane» e aggiunge «imploro dio che mi faccia incontrare un saudita bello, gentile, poco dotato e ricco, voglio passare una bella notte». Il film è anche un atto di accusa contro l’ipocrisia delle autorità. La prostituzione è proibita in Marocco, ma la legge è comprensiva con i clienti e severa con le donne, che restano in balia di poliziotti pronti a chiedere tangenti o a trasformarsi in protettori.
Oltre 80 registi francesi hanno lanciato una petizione in solidarietà con il regista e Loubna Abidar. Tra i primi firmatari Jean-Pierre e Luc Dardenne, Costa-Gavras, Michel Hazanavicius, Arnaud Desplechin e Laurent Cantet.
Solidarietà Oltre ottanta cineasti, da Cantet ai Dardenne, hanno lanciato una petizione di solidarietà