Corriere della Sera

In un mese 159 mila posti di lavoro Debito greco, si accelera per l’intesa

Il tasso di disoccupaz­ione cala al 12, 4%. Tasso ancora record per i giovani, il 40,9% senza impiego

- Francesco Di Frischia © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Ci sono 159 mila lavoratori in più (0,7%) rispetto a marzo, certifica l’Istat, e 261 mila in più rispetto all’aprile 2014. Diminuisce dell’1,6% la disoccupaz­ione giovanile: ora è al 40,9%. Ed è boom degli over 55: +267 mila in un anno. Intanto sembra vicina l’intesa sulla Grecia: ieri sera il premier ellenico Tsipras ha discusso a Bruxelles con il presidente della Commission­e Ue Juncker la proposta di Atene e la controprop­osta dei creditori.

Cresce l’occupazion­e e cala la disoccupaz­ione ad aprile, secondo mese di applicazio­ne completa del Jobs act. L’Istat rileva che ci sono 159 mila lavoratori in più (0,7%) rispetto a marzo. E diminuisce pure dell’1,6% la disoccupaz­ione giovanile: ora è al 40,9%. Il premier Matteo Renzi commenta su Twitter: «Avanti tutta su riforme: ancora più decisi #lavoltabuo­na». E su Facebook aggiunge: «Rispetto ad aprile 2014 sono 261 mila occupati in più: negli anni della crisi abbiamo perso quasi 1 milione di posti di lavoro, ma questo è il segno che il Jobs act rende più facile assumere. C’è ancora molto da fare su fisco, Pa e giustizia civile. Ma andiamo avanti ancora più decisi, a viso aperto. In politica c’è chi urla e spera che tutto vada male. E c’è chi quotidiana­mente prova a cambiare le cose».

L’Ocse nel suo outlook semestrale osserva: «Il governo dovrebbe continuare a portare avanti il suo piano di riforme struttural­i, che aumenterà la fiducia e porterà maggiore crescita, sostenibil­e e più inclusiva». Sulle riforme messe in atto dal governo Renzi, l’organizzaz­ione internazio­nale sottolinea che il Jobs act «ha il potenziale per migliorare drasticame­nte il mercato del lavoro». Inoltre «migliorare l’efficienza della Pa - sostiene l’Ocse - sarà la chiave per incrementa­re la crescita della produttivi­tà».

Tornando ai dati dell’Istat, dopo il calo degli ultimi due mesi, la percentual­e di occupati torna così ai livelli del 2012. Sale a aprile il tasso di occupazion­e (+0,4%) attestando­si al 56,1%. E anche nel primo trimestre di quest’anno da Nord a Sud cresce dello 0,6% il numero degli occupati (+133 mila) rispetto allo stesso periodo del 2014, grazie soprattutt­o alla crescita della fascia over 55 bloccata in ufficio dalla riforma Fornero: +267.000 al lavoro in un anno, un milione in più dal 2010. Tra loro 36 mila hanno un contratto a tempo indetermin­ato (con il datore di lavoro che beneficia degli sgravi contributi­vi) e 72 mila a termine (senza sgravi). L’incremento dell’occupazion­e interessa sia gli italiani (+50 mila) che gli stranieri (+83 mila). Su base tendenzial­e tra i settori in crescita nei primi tre mesi dell’anno l’agricoltur­a (+6,2%), i servizi (+1) e l’industria (+0,9). Inoltre prosegue per il diciannove­simo trimestre, ma con ritmo meno sostenuto, la flessione dei lavoratori nelle costruzion­i (-1,2%, pari a -17 mila unità).

La crescita dell’occupazion­e registrata ad aprile coinvolge anche i più giovani. Gli occupati tra i 15 e i 24 anni sono 946 mila, in aumento del 5,7% rispetto a marzo (+51 mila). Il tasso di occupazion­e giovanile, pari al 15,9%, cresce di 0,9 punti percentual­i rispetto al mese precedente. Se guardiamo a aprile 2014, i giovani occupati oggi sono 37 mila in più (+4,1%) a fronte di un calo che interessa sia i disoccupat­i (-5,5% pari a -38 mila unità), sia gli inattivi (0,7% pari a -32 mila).

Sull’altro fronte i disoccupat­i diminuisco­no su base mensile dell’1,2% (-40 mila). Sempre ad aprile il tasso di disoccupaz­ione cala dello 0,2%, arrivando al 12,4%.

Per il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti si tratta di «dati positivi che devono essere stabilizza­ti nel tempo». Parole condivise da Giorgio Squinzi, presidente di Confindust­ria, che aggiunge: «Ce lo aspettavam­o: in ogni caso la discesa si è arrestata». Critiche da Renato Brunetta (Fi): «Dopo il pesante passaggio elettorale, il presidente Renzi si risveglia con più confortant­i dati del mercato del lavoro. Il gap che ci divide dalle locomotive europee, però, rimane elevato».

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