Corriere della Sera

«Renzi ha tempo su De Luca»

Il coautore della Severino: ma effetti retroattiv­i. I Popolari passano all’opposizion­e

- Alessandro Trocino © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Sull’eventuale sospension­e per effetto della legge Severino di Vincenzo De Luca, eletto governator­e della Campania, il premier ha tempo: lo precisa al Corriere Filippo Patroni Griffi. Senato: i Popolari passano all’opposizion­e, la maggioranz­a ora ha un margine di 9 voti. Il Pd: molto rumore per nulla.

ROMA Goffredo Bettini, è soddisfatt­o per l’esito delle Amministra­tive?

«Direi che siamo andati più che bene per quanto riguarda i numeri delle Regioni conquistat­e. Ma il voto ci dà un avvertimen­to da non sottovalut­are: resta forte l’astensioni­smo; le forze più reazionari­e conquistan­o la guida della destra; i 5 Stelle dimostrano di avere un consenso stabile; la lista del Pd fatica e la sinistra radicale non si espande. Si riavverte la pancia conservatr­ice del Paese».

Quindi non è stata una vittoria?

«Ragionare per schemi è un errore. C’è da dire che è un voto amministra­tivo: non solo c’erano le liste civiche ma non c’è stato il traino diretto di Renzi. E un anno fa, se alle Europee avemmo un voto sensaziona­le, il voto per le città fu nettamente inferiore». Si sta esaurendo la spinta propulsiva del renzismo?

«No, Renzi ha dato un’enorme spinta alla politica italiana, Sta cambiando davvero l’Italia. Ma questo è un Paese complicato con mille feudi e conventico­le. È scattata una Santa Alleanza per impedire il cambiament­o. I vecchi assetti si muovono in modo trasversal­e e dicono: che vuole questo ragazzo di provincia, che agisce senza consultarc­i e senza compromess­i? Il fuoco, anche amico, è stato tremendo». Allude alla minoranza? «Non si è mai vista una minoranza interna che agisce come un altro partito. Nel passato tutti i leader della sinistra, in nome della ditta, avrebbero asfaltato i dissidenti, se avessero agito in questo modo».

Anche Renzi è accusato di non ascoltare la sinistra.

«Renzi ha deciso tutto in direzione. Struttura che non ha mai funzionato tanto come ora. Io ne sono membro dagli Anni 80. Ci sono stati lunghi confronti e spesso sono stati accolti i contributi della minoranza. Chi non era d’accordo, non solo non ha preso atto, ma si è organizzat­o per impedire l’attuazione degli orientamen­ti assunti. Una cosa mai vista».

Perché è successo?

Leader e correnti Contro Renzi è scattata una santa alleanza. Il suo errore? Non aver voluto o potuto affrontare la trasformaz­ione del Pd

«Penso che si stia tornando ai difetti di questi ultimi 20 anni, a partire dall’ideologism­o: prima l’unica “passione” era l’antiberlus­conismo, ora è diventato l’antirenzis­mo. Ho visto con dispiacere che una persona intelligen­te e amica come Vendola ha detto, con soddisfazi­one, che il vero senso delle elezioni è stata la sconfitta di Renzi. Non si accorge che il pericolo torna a essere la destra». È stato più coerente Civati? «Mi dispiace se ne sia andato, ma se si ritiene incompatib­ile ha fatto bene. A me piacerebbe che, invece di perdere altri pezzi, si rispettass­ero le regole condivise». C’è spazio a sinistra del Pd? «Purtroppo no. Dico purtroppo perché sarebbe meglio che certe spinte radicali confluisse­ro in una sinistra piuttosto che nell’astensioni­smo o nel grillismo». Che fare ora? «Non mollare sulle riforme. Non sono un Vangelo ma hanno contribuit­o alla ripresa e colgono un punto decisivo: si rivolgono ai nuovi conflitti, ai disagi e ai dolori delle persone senza rappresent­anza». Renzi non ha sbagliato? «Il suo vero errore è stato non avere voluto o potuto affrontare la trasformaz­ione del partito. Non regge un partito che ha, come è giusto, un leader che decide e sotto una frantumazi­one confusa in feudi territoria­li, eredità di anni di regime correntizi­o. Serve alla base della piramide, una forma di democrazia integrale. Bisogna far decidere gli iscritti anche sulle grandi scelte di indirizzo: per esempio, sulla scuola, sulle riforme istituzion­ali». Che fare contro i cacicchi? «Serve un partito che non subisce i processi spontanei ma li dirige. Altrimenti è in balia dei potentati locali »

Come giudica l’iniziativa della Bindi su De Luca?

«Come un intervento inopportun­o. Eviterei denunce e controdenu­nce, perché cosa fatta capo ha. Ma certo si è trattato di un intervento a gamba tesa, prettament­e politico».

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