Corriere della Sera

Zico sfida Platini, la partita della Fifa

Il brasiliano dopo le dimissioni di Blatter: corro per conquistar­e la presidenza

- Di Rocco Cotroneo F. Monti, Santucci

«Perché non potrei essere io il prossimo presidente? Ho esperienza a tutti i livelli, e ho sempre lavorato con serietà e onestà»: a dirlo al Corriere, lanciando la sua candidatur­a per la succession­e di Joseph Blatter alla guida della Federazion­e mondiale del calcio, è Zico, secondo solo a Pelé tra gli idoli del calcio brasiliano. Che sulla sua strada al vertice della Fifa troverà un altro campioniss­imo: Platini.

RIO DE JANEIRO Ha chiesto alla moglie cosa ne pensasse e poi lo ha scritto di getto sulla sua pagina Facebook. Perché non potrei essere io il prossimo presidente della Fifa? Così è nata l’autocandid­atura di Arthur Antunes Coimbra, 62 anni, Zico per tutti. Secondo soltanto a Pelé tra gli idoli del calcio brasiliano. Sempre che non venga impiombato dal fuoco amico della sua federazion­e, dentro fino al collo nella gestione Blatter, come dimostrano le inchieste.

Già, perché Zico?

«Ho esperienza a tutti i livelli, giocatore, tecnico e dirigente. In vari Paesi del mondo. Sono stato ministro dello Sport. Tutta la mia vita è trascorsa nel calcio, e dalla passione sono venuti gli impegni che ho esercitato ovunque con serietà e onestà».

Non sarebbe meglio espugnare la sua federazion­e, prima di guardare in alto?

«E perché? Quella sì che è una missione impossibil­e (ride). Lì le nomine sono tutte decise a tavolino, nessuno fuori dai giri può salire ai vertici del calcio brasiliano. Guardiamo i due boss attuali. Il numero uno è indagato (Marco Polo Del Nero, fuggito da Zurigo non appena è scoppiato il caso, ndr), il suo vice e ex presidente è in galera (José Maria Marin, ndr). Ovviamente mi auguro che quanto sta succedendo porti aria nuova anche in Brasile».

Occorre comunque l’appoggio di una federazion­e per cominciare.

«Vedremo. Io ho appena cominciato a pensarci, ho solo presentato un’opzione. Non necessaria­mente

Autocandid­atura «Ho esperienza a tutti i livelli: giocatore, tecnico, dirigente e ministro dello Sport»

devo partire dal Brasile. Prima voglio capire come saranno organizzat­e queste elezioni, c’è ancora tempo. Io credo che sia giusto dare la possibilit­à a chiunque di candidarsi, non attraverso giochi tra le federazion­i. Si è visto a cosa hanno portato le regole in vigore. Io non mi presento portando gli interessi di qualcuno, voglio andare là a fare un buon lavoro».

Negli ultimi anni lei ha girato il mondo come tecnico. Ora è tornato a Rio de Janeiro. Cosa pensa di fare fino al prossimo congresso Fifa?

«Dovrei avere un impegno come tecnico in India da settembre a dicembre, ma ancora non ho firmato. In ogni caso non cambia nulla».

L’Europa stretta attorno alla figura di Platini non sarà facile da convincere, anche se da noi Zico è molto amato.

«È troppo presto, siamo all’inizio dell’inizio di tutto. Ripeto,

Spero sia l’anno zero del calcio Da tempo dico ciò che penso della Fifa: mi hanno trattato come un brutto anatroccol­o

prima voglio sapere le regole del gioco».

C’è già un favorito, secondo lei? Blatter riuscirà a nominare un successore?

«Non lo so. Mi auguro che in questo momento il calcio mondiale sia all’anno zero, sia come nomi sia come regole. Quello a cui abbiamo assistito è davvero troppo».

Non trova strano che adesso tutti, indistinta­mente, dicano che il mondo del calcio è marcio? Dov’erano prima?

«Se si riferisce a me, ha sbagliato persona. Io dico da tempo quello che penso sulla federazion­e brasiliana, la Fifa, l’organizzaz­ione dei tornei, i calendari. Sono stato molto danneggiat­o per questa ragione. Mi hanno trattato per anni come il brutto anatroccol­o, mentre altri ex hanno avuto onori, denaro e privilegi. Ora sono tutti bravi a dire che bisogna cambiare tutto».

Non ho avuto privilegi e non mi presento portando gli interessi di qualcuno: voglio solo andare là e fare un buon lavoro

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