La spinta dell’Europa per salvare la Grecia
Hollande: intesa più vicina. Merkel: stiamo lavorando febbrilmente ma siamo ancora lontani La stretta di mano tra Tsipras e Juncker. Il possibile compromesso sui tagli alle pensioni
Una stretta di mano frettolosa a beneficio dei fotografi con sullo sfondo le bandiere di Grecia e Unione Europea e poi rapidi e visibilmente tesi verso il tavolo della trattativa. È cominciato così l’incontro tra il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, e il premier greco Alexis Tsipras, invitato a Bruxelles per una cena che ha come menu la proposta dei creditori internazionali e l’obiettivo di trovare un terreno comune con quella messa a punto dalla Grecia.
Per l’accordo, quello definitivo che sbloccherà 7,2 miliardi di aiuti, bisognerà aspettare ancora. Lo ha ripetuto più volte il portavoce della Commissione Margaritis Schinas: «È la prima discussione, non quella conclusiva». La vicepresidente Kristalina Georgieva ha spiegato che la Commissione «sta costruendo un ponte tra le parti». Del resto l’accordo finale sarà siglato con l’Eurogruppo e le tre istituzioni (Commissione Ue, Bce e Fmi). Alla cena di ieri sera, comunque, era coinvolto anche il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, non invitato ufficialmente per rispettare la sensibilità del premier greco (tra i due non c’è una grande intesa). Ed erano previsti contatti con Bce e Fmi, tutte le condizioni per un dialogo rapido e produttivo.
Prima di partire per Bruxelles, Tsipras ha avuto una conversazione telefonica con la cancelliera tedesca Angela Merkel e con il presidente francese François Hollande, da cui è emerso un punto comune: la necessità di obiettivi di avanzo primario più bassi per la Grecia e di una soluzione immediata. Domani Atene deve rimborsare una rata da 300 milioni al Fmi e nei giorni scorsi aveva minacciato di non avere i soldi per farlo. Ancora ieri il portavoce di Syriza, Nikos Filis, aveva detto: «Se non c’è la prospettiva di un accordo entro venerdì o lunedì, non so quando esattamente, non pagheremo». Una strategia, secondo alcuni, per fare pressing sulla trattativa. Le due opzioni che ora si prospettano per la Grecia sono che o troverà il modo di rimborsare quanto deve (come l’ultima volta), oppure si avvarrà della possibilità, prevista dal Fmi, di saldare insieme tutte le quattro rate di giugno a fine mese.
I creditori internazionali vogliono l’intesa, ma ci deve essere un punto di equilibrio. Lo ha spiegato bene il presidente della Bce, Mario Draghi: «C’è una forte determinazione perché alla fine l’accordo si raggiunga ma deve essere un accordo forte, che favorisca la crescita, che abbia equità sociale ma che sia anche sostenibile per il bilancio e affronti i fattori residui di instabilità finanziaria». La Merkel ha parlato di trattative «a ritmi febbrili, con forti pressioni per trovare l’accordo», ma il ministro delle Finanze tedesco, Wolfang Schäuble, ha anche anticipato che la proposta greca «non sarà la soluzione finale » . Atene ha proposto un avanzo primario dello 0,8% per l’anno in corso e dell’1,5% per il 2016, un innalzamento dell’età pensionabile ma nessun taglio. Invece la proposta dei creditori, nata dal vertice notturno a Berlino di lunedì scorso, indica un avanzo primario dell’1% per quest’anno, del 2% per il 2016, del 3% per il 2017 e del 3,5% per il 2018 (cifre più alte rispetto ai desiderata greci ma comunque inferiori rispetto a quelle dell’accordo siglato con la Troika). I creditori chiedono anche una riforma delle pensioni, del mercato del lavoro e di intervenire sull’Iva.
Il presidente francese Hollande e il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan vedono l’intesa vicina. Più cauto Tsipras: «Sono certo che la leadership europea — ha detto — farà quello che va fatto e sceglierà di stare dalla parte del realismo». Ci contano i mercati. Tutte le Borse europee ieri hanno chiuso in rialzo ad eccezione di Madrid.
Le richieste I creditori chiedono alla Grecia una riforma delle pensioni e del mercato del lavoro