Ripartono i prezzi, balzo dell’euro La Fed ottimista sulla ripresa Usa
Si allontana lo spettro della deflazione in Europa. La Banca centrale europea ha alzato a +0,3% la stima d’inflazione nell’eurozona per il 2015 (le precedenti indicazioni, di marzo, parlavano di uno 0%), lasciando il 2016 e 2017 invariati rispettivamente a +1,5% e +1,8%. L’inflazione dell’eurozona ha toccato il fondo a inizio anno e ora ci si aspetta una lenta ripresa dei prezzi. Le stime hanno spinto al rialzo l’euro, che ha chiuso ieri le contrattazioni a 1,1275 dollari, ai massimi da oltre due settimane. La moneta unica ha toccato inoltre un massimo da marzo sul franco svizzero sopra quota 1,05 e un massimo da un mese sulla sterlina a 73,50 pence. In serata sono poi arrivate dagli Stati Uniti le previsioni della Federal reserve, la Banca centrale Usa. Dopo la frenata del primo trimestre, l’economia degli Stati Uniti è cresciuta a un ritmo «dal modesto al moderato» nel periodo da aprile a maggio, sebbene il rafforzamento del dollaro «abbia colpito alcune industrie, incidendo negativamente sulle esportazioni o sugli investimenti». Lo ha sottolineato la Fed nel suo «beige book». A giocare a favore della ripresa, adesso, dovrebbe quindi contribuire anche l’indebolimento del dollaro degli ultimi giorni, se si rivelerà duraturo. Gli operatori coinvolti nella ricerca della Fed si sono rivelati «in generale ottimisti», a fronte di un’attività manifatturiera stabile o in lieve crescita e di un «leggero» aumento di occupazione e salari in quasi tutti i distretti federali. Ma il settore energetico ha continuato a soffrire con «le attività di perforazione ancora in calo in alcuni distretti».