Corriere della Sera

«La Severino non ha limiti di tempo Ma la sospension­e ha effetti retroattiv­i»

- Di Dino Martirano

Tutti la conoscono come la legge delega Severino, ma qual pacchetto di decreti legislativ­i, varati all’ultimo miglio percorso dal governo Monti (dicembre 2012-marzo 2013), passò sì dalla scrivania del Guardasigi­lli Paola Severino ma anche sotto la lente di ingrandime­nto del ministro dell’Interno, Annamaria Cancellier­i, e del responsabi­le della Funzione Pubblica Filippo Patroni Griffi, che oggi è presidente di sezione del Consiglio di Stato. E visto che è un giudice di Palazzo Spada non più fuori ruolo, Patroni Griffi impone una premessa prima di rispondere sul rebus giuridico della sospension­e del governator­e della Campania Vincenzo De Luca: «Posso parlare perché è intervenut­a l’ordinanza delle Sezioni unite che trasferisc­e la competenza su eventuali contestazi­oni a questa norma dal giudice amministra­tivo a quello ordinario che, detto per inciso, ha gli strumenti per essere veloce come il Tar».

Quando, a suo tempo, avete scritto i decreti potevate immaginare che la causa della sospension­e (la condanna) precedesse l’elezione?

«Sinceramen­te era uno scenario difficilme­nte immaginabi­le».

E ora che lo «scenario» si è verificato, con De Luca, condannato per abuso d’ufficio a gennaio, vittorioso alle primarie del Pd ed eletto governator­e, come se ne esce?

«Il problema giuridico cui ci troviamo difronte è il seguente: a prescinder­e dalla tempistica del decreto del presidente del consiglio, per il quale non è previsto un termine, da quale data poi bisogna far decorrere la sospension­e di De Luca?».

Questa precisazio­ne temporale apre un problema sulla validità dei primi atti del nuovo governator­e, comprese le nomine della giunta e del vicepresid­ente?

«Andiamo con ordine. Ci sono tre ipotesi che vanno considerat­e: a) la sospension­e scatta a partire dalla proclamazi­one di De Luca, e su questa linea abbiamo Chi è Filippo Patroni Griffi, 59 anni, magistrato, ministro alla Funzione pubblica con Monti e sottosegre­tario con Letta il precedente del 2013 riguardant­e il consiglier­e regionale Michele Iorio nel Molise; b) la sospension­e scatta dalla convalida dell’eletto, cioè dalla prima seduta del consiglio regionale; c) la sospension­e del governator­e scatta dal momento del suo insediamen­to davanti al consiglio, ovvero dopo che ha assunto la carica nominando un vice cui affidare la giunta».

Il precedente del Molise ci dice che il 28 marzo del 2013, il governo di cui lei faceva parte optò per l’ipotesi a): Iorio sospeso a decorrere dal giorno della proclamazi­one. Applicando lo stesso metro De Luca sarebbe spacciato....

«C’è una differenza in punto di fatto tra i due casi. Iorio aveva perso le elezioni per cui la sua sospension­e, coincident­e con la sua proclamazi­one, non ha messo in crisi la funzionali­tà della Regione. Con De Luca il discorso cambia, perché la sua eventuale sospension­e a decorrere dalla proclamazi­one o dalla convalida determiner­ebbe la paralisi dell’organo».

La legge però dovrebbe essere uguale per tutti.

«Certo. Non si può trascurare il rischio di un’eterogenes­i dei fini: può una norma, varata quasi all’unanimità dal Parlamento, finalizzat­a a sanzionare l’amministra­tore condannato e a tutelare l’onorabilit­à dell’organo, determinar­ne poi la paralisi?».

Si può forzare l’interpreta­zione di una norma già applicata?

«La domanda è questa: se la differenza tra i casi Iorio e De Luca sia sufficient­e a sorreggere una diversa interpreta­zione e una diversa applicazio­ne della norma, quanto alla decorrenza della sospension­e».

A questo punto, forse, sarebbe stato meglio se il Pd non avesse candidato un condannato in primo grado, seppure per abuso d’ufficio.

«Non è una valutazion­e che posso dare perché ha una natura squisitame­nte politica. Certo ora la situazione è complessa».

Ritardi da parte del governo nell’adottare il decreto potrebbero configurar­e l’abuso d’ufficio, come ipotizza l’avvocato Gianluigi Pellegrino?

«Non sono un penalista. Certo, La legge Quando abbiamo scritto la legge una situazione come quella di oggi era difficile da immaginare

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