Corriere della Sera

Coalizioni «tradiziona­li» alla pari Ma tanti elettori non votano il partito

Nel 9% delle schede l’elettore indica soltanto il candidato governator­e

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indipenden­te dal voto politico. Non è azzardato supporre, ad esempio, che per Zaia abbiano votato elettori di area renziana o per Emiliano elettori di area centrodest­ra, premiandon­e le capacità amministra­tive.

Le logiche quindi che governano il comportame­nto degli elettori nelle diverse consultazi­oni sono sensibilme­nte diverse e, appunto, è meglio essere molto cauti nei confronti. Ancora, va tenuto conto delle diverse affluenze.

Alle elezioni europee, abbiamo già avuto occasione di dirlo, il successo riscosso dal Pd è molto correlato alla scarsa affluenza. L’astensione ha colpito maggiormen­te il centrodest­ra. E a proposito di affluenze va ribadito che alle elezioni regionali molti elettori hanno espresso il proprio voto solo per i candidati, senza esprimersi sui partiti. Sul totale dei voti validi espressi il 9% degli elettori ha votato solo per il candidato, esattament­e come è successo nel 2010. Se consideria­mo questo dato otteniamo che complessiv­amente stiamo facendo analisi su circa il 45% degli aventi diritto. E addirittur­a in Liguria, siamo al di sotto del 40%.

Diventa davvero difficile dire chi vince e chi perde in un quadro di questo genere. Lo stesso vale, a nostro parere, per l’enfasi posta sul tripolaris­mo a partire dal voto alla lista del Movimento 5 Stelle. Vero, questa formazione si colloca al secondo posto. Ma se guardiamo al voto per i candidati le cose cambiano

Se sommassimo al centrodest­ra i voti di area (Schittulli e Tosi, Lega e FdI) e altrettant­o facessimo per il centrosini­stra, sommando i voti delle liste di sinistra, avremmo due schieramen­ti assolutame­nte prevalenti ed equilibrat­i: il centrodest­ra al 41% e il centrosini­stra al 40,4%. Tutto starà nell’offerta delle prossime elezioni politiche. Se si formeranno partiti coaliziona­li il panorama cambierà profondame­nte.

Che ci sia stata una difficoltà del PD è fuori dubbio. Innanzitut­to si è però trattato di un problema nel rapporto con il territorio: le due candidate di Veneto e Liguria ne hanno pagato le conseguenz­e. Che la Lega abbia ottenuto ottimi successi è altrettant­o fuori dubbio. Ma, per stare al Veneto, è davvero difficile attribuire alla Lega, come alcuni hanno fatto, i voti della lista Zaia. Allo stesso modo risulta arbitrario attribuire al principale partito i voti di liste civiche collegate al candidato. Insomma, occhio ai numeri e ai contesti. Il rischio è di trarre lezioni sbagliate.

L’ipotesi Due aree sopra il 40% se il Pd fosse alleato alle forze di sinistra e il centrodest­ra unito

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